Catania, attivisti bloccano camion con polverino Ilva Don Prisutto: «Ne faremo analizzare un campione»

«Il polverino non lo vogliamo, i nostri morti non li dimentichiamo». Con questo grido di protesta, la scorsa notte, un gruppo di cittadini provenienti da Augusta ha inscenato un presidio, al porto di Catania, contro l’arrivo dei rifiuti prodotti dall’Ilva di Taranto. Al passaggio dei camion, i manifestanti hanno improvvisato un blocco stradale di pochi minuti, all’uscita dello scalo commerciale. Poco prima, intorno alla mezzanotte, la nave Eurocargo Livorno della Grimaldi Lines, arrivata dall’acciaieria pugliese, aveva sbarcato tre autotreni diretti alla discarica Cisma di Melilli, nel Siracusano.

A coprire sui camion il rifiuto classificato come speciale, c’era solo un telone visibilmente aperto in più punti. Sulle sponde dei cassoni, don Palmiro Prisutto – presente anche lui al presidio di protesta – ha raccolto una manciata di polvere nera. «Evidente presenza di polverino che stamattina sarà consegnato a un laboratorio di Catania per farlo analizzare», ha annunciato il prete stamattina su Facebook. «Questa è la sicurezza con cui il governo garantisce il trasporto di questi scarti industriali», commentava un altro dei manifestanti.

Il trasferimento in Sicilia del polverino Ilva va avanti con cadenza settimanale, nonostante il ministro dell’Ambiente GianLucaGalletti, ormai un mese fa, abbia parlato di «situazionetransitoria» in risposta alla prima denuncia di Legambiente. Già allora, gli ambientalisti avevano chiesto a Galletti «il blocco immediato dell’importazione in Sicilia degli scarti, nell’attesa di ridiscutere e ricercare delle modalità più sostenibili e, soprattutto, più trasparenti per risolvere il problema del corretto smaltimento di questo genere di rifiuti». Una richiesta rimasta finora inascoltata. E così, ieri notte, alcuni cittadini di Augusta assieme a diversi catanesi solidali, ha deciso di passare all’azione di protesta.

«Siamo qui al porto di Catania per dire che ce ne siamo accorti, nonostante quest’operazione sembrasse messa a punto per restare segreta, all’insaputa delle popolazioni e delle istituzioni locali», spiega un cittadino che esibiva insieme ad altri uno striscione con su scritto. «Chiediamo giustizia per i nostri morti di cancro e di lavoro», hanno aggiunto. Nel frattempo, martedì scorso, dell’arrivo del polverino in Sicilia è arrivata la conferma anche dalla commissione Territorio e Ambiente all’Ars. Che, facendo eco alle associazioni, ha approvato una risoluzione in cui invita il governo nazionale a fermare il traffico di rifiuti per costituire un tavolo di concertazione tra Stato e Regione Siciliana. 

Redazione

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