No, non è un invito a tinteggiare con creatività le pareti di casa vostra. Si tratta del vernissage. E così che artisti, mercanti darte, galleristi e critici chiamano linaugurazione di una mostra darte. Giovedì 25 è stata la volta della Vernice questa la traduzione italiana di Catania Arte Fiera 2006.
Un auditorium gremito quello che ha accolto organizzatori, galleristi, giornalisti, i giovani espositori dellAccademia di Belle Arti di Catania e tanti appassionati darte. A dare il benvenuto ufficiale il direttore dellevento, Antonio Ognisanto che, ringraziando coloro che lo hanno affiancato nellorganizzazione, primo tra tutti il direttore artistico Lucio Barbera, ha sottolineato come in un expo-mercato non potevano non esserci gli allievi dellAccademia. A dire il vero i settanta giovani artisti non hanno trovato un clima del tutto ideale per esporre tutte le loro opere: mancavano i panelli per tutti e lilluminazione non era sempre adeguata. Per questo malinteso organizzativo Ognisanto si è scusato con i ragazzi, auspicando che proprio i giovani artisti possano essere i futuri espositori delle prossime edizioni di Catania Arte Fiera.
Lassessore provinciale alle Politiche Culturali Gesualdo Campo, ricordando il successo delledizione precedente e il Salone del Libro di Viaggio, ha invece sottolineato come Catania Arte Fiera rappresenti lennesimo punto dincontro tra mercato e cultura. Campo si è poi indirizzato ai giovani: «viaggiare deve essere una scelta e non una necessità e laver dato lopportunità ai ragazzi di esporre è importante per dar loro sbocchi professionali sul nostro stesso territorio». Successivamente l’assessore Campo si è soffermato sulla mostra collaterale Human@art: «una mostra particolarmente significativa per il ritorno alla figura umana che è conseguenza di un urlo collettivo della società circondata dal progresso tecnologico». Campo ha infine espresso il desiderio che si possa tornare a sostenere di nuovo i giovani talenti come già si faceva nel 700 nel Regno delle Due Sicilie.
Lintervento dellassessore comunale alla Cultura Giuseppe Maimone ha portato lattenzione sulle due accezioni dellevento che è mostra e mercato, ricordando comunque che il giudizio finale spetta al fruitore, verso il quale gli operatori del settore devono guardare con attenzione e rispetto.
Più analitica e precisa la presentazione dellexpo darte fatta dal direttore artistico Lucio Barbera. «Da non catanese dico che Catania è fortunata, perché può contare sugli assessori Campo e Maimone che sono luno architetto e laltro editore, perché la Provincia ultimamente ha fatto molto per larte e perché la struttura delle Ciminiere non ha eguali da Napoli in giù. Una struttura ampia, capiente, bella e notevole. Insomma una Ferrari, ma che bisogna saper guidare». Barbera ha ricordato che il mercato non è solo il luogo dove si scambiano merci, ma innanzitutto il luogo di scambio delle conoscenze, che servono a operare scelte consapevoli. Nel mercato operano i critici che cercano di imporre il loro punto di vista, ma i veri protagonisti sono i galleristi che generano una pluralità di scelte e una corretta informazione. Barbera ha poi elogiato il fiore allocchiello della mostra, Check-in, un trampolino per gli artisti al debutto, affinché possano spiccare il volo. Su un punto in particolare si è soffermato Barbera, «si dice spesso che i giovani possono attendere, come se la gioventù possa essere una sorta di handicap. Io credo invece che i giovani si possano affermare a qualunque età, purché abbiano le qualità necessarie». Concludendo Barbera ha ricordato che mercanti, galleristi e critici devono guardare proprio ai ragazzi dellAccademia per sapere ciò che accade allarte contemporanea.
Finito il discorso di presentazione, relatori e pubblico si sono diretti verso i padiglioni della mostra-mercato per far sì che alle belle parole udite facesse seguito unaltrettanto bella visione delle opere esposte.
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