Quattro imprese, 29 immobili tra appartamenti, uffici, magazzini e terreni; una dozzina di rapporti bancari e finanziari e un’automobile. In totale beni per sei milioni di euro sono stati sequestrati a Girolamo Calogero Murania, imprenditore di Castelvetrano già condannato per estorsione aggravata a seguito dell’indagine Mandamento che nel 2012 portò all’arresto di diverse figure che sostenevano economicamente la latitanza di Matteo Messina Denaro.
Il core business di Murania erano le energie rinnovabili, oltre che il settore agricolo e turistico. Tre le società sequestrate dal Ros dei carabinieri di Trapani, su richiesta della Direzione distrettuale di Palermo, ci sono la Agro verde srl, la Geo expert srl, l’associazione Agro verde cult, proprietaria, tra l’altro, dell’immobile in cui è ospitato il museo dell’olio e delle olive di Castelvetrano.
L’imprenditore trapanese è stato condannato perché parte di una struttura criminale che ha indirizzato per anni i lavori per gli impianti di energie rinnovabili. Grazie soprattutto a Santo Sacco, consigliere comunale a Castelvetrano e provinciale per quasi un decennio, sempre nelle fila di Forza Italia, poi Pdl.
Figura determinante è stata anche quella di un altro imprenditore, Salvatore Angelo Salemi, che controllava una rete di società. Tra gli episodi che hanno portato alla condanna di Murania per estorsione anche l’uso di bottiglie incendiarie, in collaborazione con Sacco, e la consegna di una testa di vitello a una vittima, al fine di acquisire i lavori di un impianto energetico nel Catanese.
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