Castello Utveggio, un sit in per chiederne la riapertura Consigliere Giaconia: «La Regione finora non risponde»

«Non si può prendere la storia a calci in culo». La sintesi di Ottavio Navarra è un po’ brutale ma efficace. Il noto editore palermitano, che alla Regionali si era candidato alla presidenza per la sinistra prima di cedere il posto a Claudio Fava, ha promosso oggi pomeriggio un sit-in a sostegno di Castello Utveggio: nei giorni scorsi due cittadini avevano documentato lo stato di abbandono e degrado del bene culturale che affaccia su quello che lo scrittore Goethe definì il promontorio più bello del mondo. «Tutto è nato da un tam tam mediatico tra amici» spiega Navarra, che ha scelto non a caso come luogo di incontro proprio Palazzo d’Orleans. 

Dopo la chiusura del Cerisdi a marzo 2016, il centro di alta formazione della Regione Siciliana, il castello è rimasto preda di vandali e curiosi. «Si tratta di un luogo simbolo della città. Non si è fatta strada nessuna vera ipotesi alternativa». In realtà il Comune ha reso noto nei giorni scorsi di aver «mostrato la propria disponibilità a prendersi carico della gestione ed uso del Castello Utveggio – come ha scritto sulla propria pagina Facebook il sindaco Orlando -. Purtroppo da gennaio quella nostra disponibilità è rimasta inascoltata». Il commento di Navarra è netto: «Se i medici si mettono a discutere il malato intanto muore. Chiediamo dunque una manutenzione immediata, anche perché i danni sono recuperabili e non irreversibili».

Tra i presenti al sit-in (pochi, per la verità) anche il consigliere comunale Massimo Giaconia, che col proprio gruppo consiliare Palermo 2022 ha presentato il 20 novembre una nota indirizzata, tra gli altri, al Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei carabinieri e alla Soprintendenza di Palermo: la richiesta è di capire quali siano «gli opportuni provvedimenti messi in campo volti alla sicurezza dell’area interessata». Giaconia sospira che «finora la Regione non ha risposto» e poi segnala la petizione online che chiede la tutela del Castello Utveggio. «Il faro che si accendeva di notte era affascinante – ricorda ancora Giaconia -, un bene della città così prezioso non può andare perso». La mappa della città è zeppa di beni culturali che, a causa delle diverse proprietà, finiscono spesso per rimanere inutilizzati. Lo conferma Navarra: «Stiamo promuovendo una campagna di sensibilizzazione a tal proposito – dice -. Recentemente abbiamo fatto un altro sit in per il Palazzo delle Finanze a Piazza Marina: sappiamo che a un certo punto avrebbe dovuto diventare la sede della Corte dei Conti, ma spesso questi mega progetti non portano a nulla. E intanto si decide di smantellare, senza alcuna idea di futuro per il bene in questione». 

Andrea Turco

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