Castagno dei cento cavalli in gara per titolo europeo «Sarebbe di grande valore per tutto il nostro territorio»

È composto da tre grandi fusti, con un’altezza di 19,42 e una circonferenza di 10,51 metri, e ha un’età stimata tra i duemila e i quattromila anni. Cifre che rendono il famoso Castagno dei cento cavalli simbolo di Sant’Alfio, cittadina alle pendici dell’Etna, uno degli alberi più importanti del mondo. Secondo alcuni studiosi, la castanea sativa – questo il suo nome scientifico – che affonda le sue radici nel Parco dell’Etna potrebbe essere l’albero da frutto più longevo del pianeta. La leggenda vuole che sotto le sue fronde trovò riparo la regina Giovanna d’Aragona insieme ai suoi cavalieri a seguito di un temporale. Sulla scorta di questo storico avvenimento, il castagno è stato battezzato con il titolo dei cento cavalli. Adesso, il famoso esemplare – la cui circonferenza potrebbe superare anche i 50 metri, nel caso in cui fosse confermato che i tre fusti che lo compongono appartengono tutti allo stesso albero – concorrerà, insieme ad altre tre castanee di tutta Italia, al contest Tree of the year (albebro dell’anno). Gli altri tre castagni in gara con quello di Sant’Alfio sono: quello di Grisolia, in provincia di Cosenza, in Calabria, il castagno di Nardo a Morrice, in provincia di Teramo, in Abruzzo; e, infine, quello di Laion, in provincia di Bolzano, in Trentino-Alto Adige. Il vincitore sarà decretato attraverso un concorso on line, dove sarà possibile votare gli alberi fino al 15 novembre sulla pagina https://www.gianttrees.org/it/italian-tree-of-the-year-2021/finale. Il risultato sarà ufficializzato il 21 novembre, in occasione della Giornata nazionale dell’albero. Il castagno che riceverà più voti rappresenterà l’Italia in Europa nel 2022 nell’European tree of the year per il titolo internazionale.

«Ci siamo messi in contatto con la onlus qualche mese fa e abbiamo ritenuto opportuno dover aderire – afferma a MeridioNews il sindaco di Sant’Alfio Giuseppe Maria Nicotra – L’albero è molto famoso e importante, merita questo riconoscimento. Chiaramente, ci auspichiamo che la gente lo voti: valorizzerebbe non solo la nostra cittadina, ma anche tutto il territorio a livello internazionale, vista la possibilità di ottenere anche un riconoscimento europeo». I riflettori nazionali e di oltre confine che si proietteranno sul Castagno, riconosciuto nel 2008 monumento Messaggero di Pace dall’Unesco, potranno far accrescere ulteriormente la curiosità del turismo internazionale. Nel tentativo di voler agevolare i visitatori e gli studiosi, il Comune di Sant’Alfio,l nel 2018 ha unito due progetti di riqualificazione attorno al Castagno che consistono nella realizzazione di un’area attrezzata e un percorso pedonale. In particolare, l’obiettivo è la creazione di una bretella stradale a est del Castagno in modo da far deviare il flusso veicolare attorno all’albero. «C’è una stradina dove passano le automobili che renderemo pedonale, ma ancora non abbiamo iniziato i lavori – specifica Nicotra – l’obiettivo e pedonalizzare totalmente lo spazio circostante. Per questo motivo, in uno spiazzo che anticipa il Castagno sarà realizzato un parcheggio, con un percorso naturalistico che porterà fino al sito, per renderlo fruibile anche a soggetti con disabilità».

Oltre ai percorsi pedonali per eliminare il flusso di auto, nello stesso progetto è previsto il recupero di alcuni casolari, della recinzione, e la realizzazione dei igienici. Ma per le opere, finanziate con oltre un milione di euro dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) quattro anni fa, si attende ancora l’avvio. Nel frattempo, il Comune ha dovuto risolvere un contenzioso con la ditta che ha eseguito i lavori del piccolo anfiteatro che si trova vicino al Castagno. In questo caso, si trattava di un’iniziativa finanziata con fondi regionali per 300mila euro: a essere finiti sotto la lente d’ingrandimento, in particolare, sono stati i lavori relativi alla cavea. Che, secondo i funzionari regionali, non sarebbe stata realizzata a regola d’arte. «Siamo ancora in causa con la ditta – conclude il sindaco – Il materiale utilizzato non sarebbe quello previsto nel capitolato. Abbiamo dovuto appaltare i lavori ad altri perché potessero essere conclusi».

Carmelo Lombardo

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