«Non siamo razzisti. Ma la tendopoli non la vogliamo perché darebbe un’immagine negativa del paese». E’ quello che afferma Paolo Smeriglio, uno dei consiglieri presenti al Consiglio di quartiere tenutosi la scorsa settimana nei locali comunali di Cassibile, circoscrizione di Siracusa. All’ordine del giorno una richiesta di delibera per opporsi all’allestimento di una tendopoli della Croce Rossa, destinata ad ospitare i braccianti stranieri che arriveranno nei prossimi giorni per la raccolta agricola stagionale nelle campagne della provincia siracusana. «Chiediamo che la tendopoli venga spostata in un altro sito, poco distante dal paese, a Santa Teresa Longarino» spiega Daniele Tiralongo, consigliere. La decisione – presa dal sindaco, Roberto Visentin e dal prefetto di Siracusa, Carmela Floreno Vacirca – , i consiglieri, quasi all’unanimità, non l’approvano. «L’allestiranno all’ingresso del paese. E non sarà un belvedere» sbotta Smeriglio. E continua: «Conviviamo pacificamente con gli extracomunitari che si sono stabiliti nel nostro paese. I miei figli frequentano la scuola insieme ai loro figli. Ma non sarà facile convivere con quelli stagionali che arriveranno. In passato sono successe cose terribili: ubriachi, risse, gente che si lavava senza pudore nella fontana cittadina, sotto gli occhi di tutti. Noi cittadini abbiamo paura di loro».
Ogni anno, nel periodo di marzo, la provincia siracusana accoglie numerosi extracomunitari. Schiavi “in nero” provenienti dall’est Europa, dal nord Africa o dall’India, che vengono impiegati per la raccolta di patate. E non solo. Nel 2009, secondo i dati anagrafici dell’Inps, i migranti iscritti negli elenchi dei braccianti agricoli erano 1643. Di questi, 540 erano presenti solo a Siracusa dal 1 gennaio al 31 dicembre 2009. «I dati si riferiscono agli stranieri residenti. E bisogna distinguere tra questi e quelli non residenti» spiega Salvatore Alfò, segretario della Flai Cgil Sicilia. Ogni mattina, a Cassibile, in via Nazionale, i braccianti stranieri vengono prelevati dai caporali che, insieme ai proprietari delle aziende agricole, li sfruttano nei campi siracusani per pochi spiccioli. «Prendono 50 euro per 4 ore, non è vero che sono sfruttati. Anche io faccio il bracciante saltuariamente. E di ore ne faccio 7 per la stessa cifra» sbotta Smeriglio. E precisa: «Certo, non so se i soldi finiscano nelle loro tasche o in quelle dei caporali. Aziende agricole che non rispettano né i contratti, né le leggi sociali e non dichiarano le giornate effettive svolte. E che hanno fatto il loro benessere con lo sfruttamento. E non solo degli immigrati» afferma il segretario della Flai. Quest’anno, rispetto al passato pare che la produzione di patate non sia andata bene. Per questo si prevede l’arrivo di pochi immigrati. «Tre quattro anni fa erano qualche migliaio. Ma da quando la produzione è diminuita, anche gli stranieri sono diminuiti. E quest’anno, in particolare a Cassibile, non ci sarà una grossa produzione perché i terreni sono stati sfruttati troppo» spiega Alfò. Notizia diffusasi anche tra i consiglieri: «I nostri terreni non danno più patate. Perché allora gli stranieri devono essere ospitati proprio qui? Questo paese è diventato un ufficio di collocamento in cui tutti si riuniscono per andare a lavorare. Ma nei campi di altri paesi. Lì gli immigrati non li vogliono. E noi siamo costretti a subire questa invasione” sbotta Smeriglio. “In un censimento fatto all’interno della tendopoli allestita 2 anni fa, gli stranieri occupati nei terreni di Cassibile erano solo 5. I restanti lavoravano nei terreni degli altri paesi della provincia» afferma Antonino Trimarchi, abitante di Cassibile. E aggiunge: «Si tratta però degli extracomunitari regolari, non di quelli irregolari. Questi ultimi occupano le campagne vicine». Proprio per gli irregolari, da qualche mese le forze dell’ordine di Cassibile hanno ricevuto, dal ministero degli Interni, un’ordinanza di monitoraggio assiduo. «Un controllo effettuato 24 ore su 24 per sorvegliare le vie cittadine con l’intento di impedire l’ingresso agli irregolari. Ma anche per controllare che i regolari presenti non disturbino» spiega Tiralongo. «Grazie a un immigrato di Rosarno, che in tv ha annunciato il suo trasferimento nelle nostre campagne, il ministro Maroni si è deciso finalmente ad aiutarci» sbotta a tal proposito Smeriglio. La richiesta di delibera non è ancora pervenuta al sindaco. Ma i cittadini non demordono: «Se farà finta di niente questa volta protesteremo» affermano. Un’affermazione che ha il sapore di sfida. E per i migranti, solo di sconfitta. Cosa importa se sulle loro spalle si regge buona parte della produzione agricola nazionale.
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