Cassa integrazione: arrivano i pagamenti, ma non in Sicilia «Duemila pratiche al giorno? Al momento una quarantina»

Nessuna delle 39mila aziende siciliane che hanno chiesto la Cassa integrazione in deroga è stata pagata. Nessuno dei 140mila lavoratori da due mesi senza stipendio ha ricevuto un euro. Non solo. In realtà neanche mezza pratica, fino a ieri, è passata dai centri per l’impiego siciliani all’Inps. A dirlo è lo stesso istituto nazionale di previdenza che ha fotografato la situazione relativa a mercoledì 22 aprile. Nella comunicazione si apprende, però, che nel resto d’Italia qualcosa si muove. Sono 4.149 i beneficiari pagati al momento. Divisi tra 14 regioni. Ma la Sicilia non c’è. «La Campania, che utilizza la stessa piattaforma informatica della Sicilia, ha il numero più alto di lavoratori pagati, 1.346 – denuncia Alfio Mannino, segretario generale della Cgil nell’isola – Questi dati ci dicono una cosa: qui qualcosa non ha funzionato. E visto che l’Inps ha detto chiaramente che, una volta ricevuta la pratica, necessita di 15 giorni per esitarla, realisticamente soldi in Sicilia non ne arriveranno prima del 15 maggio».

Facciamo un passo indietro: alla cassa integrazione in deroga, prevista dal decreto Cura Italia del 17 marzo, possono accedere le aziende con meno di cinque dipendenti che non rientrano in quella ordinaria. Parliamo, ad esempio, di bar, studi professionali, piccoli negozi, laboratori sanitari. Il principale tessuto economico-sociale dell’isola. «Il 25 marzo – riepiloga Mannino – la Regione ha siglato con sindacati e organizzazioni datoriali l’accordo per i criteri di accesso. Poi sono passati 15 giorni per mettere a disposizione la piattaforma informatica dove le aziende hanno caricato le domande. E siamo al 7 aprile. Poi sono passati altri 15 giorni affinché i centri per l’impiego fossero operativi per istruire le pratiche. E siamo al 21 aprile. Si è perso un mese per questioni tecnico informatiche». 

Rispondendo a un articolo di Repubblica Palermo che sollevava il tema dei ritardi, l’assessore regionale al Lavoro Antonio Scavone due giorni fa ha annunciato che i problemi sono superati, che «in queste ore sono stati integrati i sistemi informatici con l’Inps», che «entro venerdì 1400 decreti verranno trasferiti all’Inps» e che «dalla prossima settimana ne verranno trasferiti 2000-2500 al giorno». «Notizie di strumentalizzazione – ha aggiunto – rispetto a un problema così delicato che riguarda la gente che ha difficoltà a sfamare la propria famiglia, non sono ammesse».

Stando però a quanto filtra dai centri per l’impiego l’ottimismo dell’assessore sembrerebbe mal riposto. Tra ieri e oggi a pranzo sarebbero appena una quarantina le pratiche trasferite all’Inps. E nel tardo pomeriggio di oggi arriva la comunicazione dell’Inps: «La Regione siciliana ha provveduto ad inviare all’Inps i primi decreti di concessione della Cassa Integrazione in deroga, che sono stati immediatamente presi in carico e posti in lavorazione dagli uffici competenti, al fine di giungere al pagamento delle prestazioni entro il più breve tempo possibile». «Ma basta parlare con qualsiasi dipendente dei Cpi – sottolinea Mannino – per capire che esitare duemila pratiche al giorno al momento è un’utopia». 

Confrontandosi con gli addetti ai lavori si individuano due tipi di problemi. Il primo a monte, legato alle scelte fatte a livello nazionale. «Siamo in emergenza e la procedura messa in piedi non è adatta a alla situazione – spiega Giovanni Greco, presidente dell’ordine dei consulenti del lavoro di Catania – i pagamenti andavano sbloccati subito, sarebbe dovuta bastare la domanda delle imprese che contiene già la lista dei lavoratori. Prima paghi, poi fai le istruttorie e i controlli. Se emergono abusi si fa il recupero delle somme, ma intanto la gente sopravvive. La situazione è davvero disperata». 

A una struttura già di per sé poco snella, in Sicilia le cose sono andate peggio. «Si è voluta realizzare una piattaforma informatica nuova all’interno del sito Silav– spiega un addetto ai lavori – Molti operatori dei centri per l’impiego non hanno le competenze giuste per usarla e al momento, a differenza degli annunci, questa piattaforma non comunica con quella dell’Inps». In sostanza il meccanismo di trasferimento della pratica dalla Regione all’Inps non è automatico, ma serve l’intervento manuale dei dipendenti dei Cpi. 

Dei circa 1.700 dipendenti dei centri siciliani, da martedì circa 130 lavorano sulla Cig in deroga. Sono le persone con più esperienza e meglio formate. E anche tra di loro ci sarebbero non poche difficoltà nell’uso della nuova piattaforma. Non è chiaro ad esempio come agire di fronte a una pratica stoppata dal sistema per errori nella compilazione da parte delle aziende (mancanza di firma digitale, o di altri dati). E i navigator scelti per il reddito di cittadinanza? Persi dai radar in questa fase di emergenza. Ma quella categoria non dipende dalla Regione, bensì dall’agenzia nazionale Anpal. Ed è fuori dai giochi. 

Così l’opposizione all’Ars va all’attacco. «Altrove – denunciano i deputati del Movimento 5 stelle Giovanni Di Caro e Antonio De Luca – si sono saputi muovere molto prima di noi, senza perdere tempo, mentre in Sicilia il presidente Musumeci e l’assessore Scavone stanno facendo attendere ancora i lavoratori e le loro famiglie. Agli ingiustificabili ritardi – aggiungono – si aggiunge una totale violazione della privacy dei lavoratori. Sul sito web del Dipartimento regionale del lavoro tutti i decreti già emessi sono visionabili con tanto di dati delle aziende e dei beneficiari. Non era il caso di coprire almeno i dati dei lavoratori?». L’elenco a cui fanno riferimento i deputati Cinque stelle, che è  stato visionato anche da MeridioNews, è stato poi rimosso dal portale della regione.

Salvo Catalano

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