Il Palermo crede ancora nella serie A. Lo stato maggiore del club rosanero, presente al ritiro di Sappada, è convinto che in Appello verrà ribaltata la sentenza di primo grado del Tribunale Federale Nazionale che, al di là della squalifica inflitta a Calaiò, ha graziato il Parma penalizzandolo di cinque punti da scontare nel prossimo campionato di massima serie: «Non sappiamo se sarà A o B, dobbiamo aspettare ancora 3-4 giorni e capire cosa succederà – ha spiegato Zamparini arrivato questa mattina al campo di allenamento assieme al presidente Giammarva e al direttore dell’area tecnica Foschi – sono molto fiducioso perché quando hai ragione al cento per cento di solito la giustizia ti dà poi ragione. L’Italia e anche l’Europa si sono scandalizzate per la gara di Frosinone e l’Italia, inoltre, si sta scandalizzando per una gestione politica della giustizia anche sportiva che non va bene. Dovremmo prendere esempio dal calcio inglese, contesto nel quale non sarebbe mai successo ciò che si è verificato da noi. Ceravolo (attaccante del Parma, ndr) ha perso il suo smartphone il giorno dell’audizione? Riteniamo che sia una cosa molto brutta e strana sorvolare su un fatto così importante. Noi come società oppure la Procura o qualcun altro – gli avvocati – farà istanza per recuperare i tabulati. Che ci sono. Ci auguriamo che questi tabulati vengano fuori augurandoci che non ci sia niente e allora ha ragione il Parma. Se chiederò i danni ai ducali? Penso che avremo ragione e, pertanto, non li chiederò».
Vedere Parma e Frosinone in A, al di là di tutto, è una ferita che ancora brucia sulla pelle dell’imprenditore friulano: «Anche noi abbiamo fatto degli errori, me compreso, e ribadisco che se avessimo avuto Foschi l’anno scorso adesso saremmo in serie A. Ma bisogna anche vedere cosa ci hanno combinato quelle due squadre (Parma e Frosinone, ndr) che sono salite. Io non voglio andare in serie A imbrogliando, non l’ho mai fatto nella mia vita ed è brutto che certe squadre adesso si trovano in A con un comportamento che non è consono ai valori dello sport». Nell’immediato, attraverso un percorso scandito dalla giustizia sportiva, o nel prossimo torneo cadetto, il traguardo è comunque la massima serie. Obiettivo al quale puntare eventualmente sul campo con un organico che, nonostante il ridimensionamento imposto da esigenze di cassa, sia in grado di garantire un certo livello di competitività: «Vogliamo avere un bilancio ottimale consapevoli del fatto che in B, oltretutto senza paracadute, non possiamo permetterci gli stipendi dello scorso anno. Attraverso le plusvalenze determinate dalle vendite abbiamo ottenuto la liquidità necessaria per finire bene il campionato e permettere a Rino (Foschi, ndr) di fare un mercato di un certo tipo. Fin quando ci sarò io la situazione è questa e sappiamo cosa possiamo fare. Nel momento in cui entrerà l’americano o l’arabo le cifre allora saranno diverse e potremo consentirci budget di un certo livello. La realtà, adesso, è questa: il Palermo che va a perdere 20 milioni l’anno non esiste più. Abbiamo offerto all’Inter tre milioni per Puscas (attaccante rumeno, ndr) ma non siamo disposti a svenare il Palermo per alcuni stipendi da serie A».
I big con ingaggi incompatibili con i parametri del club di viale del Fante sono in uscita: «Nestorovski è vicino all’addio e resterebbe solo in caso di serie A e verranno ceduti anche Struna e Rispoli che hanno chiesto di andare via. Rajkovic e Jajalo? Prima di essere ottimi giocatori sono due uomini. Foschi sa cosa possono dare e sa anche che c’è la possibilità che restino». Certamente resterà Chochev: «È un giocatore che a centrocampo può ricoprire diversi ruoli. Teme solo di essere messo in disparte come avvenuto la scorsa stagione». E a proposito di centrocampisti, nelle scorse ore il Palermo ha salutato Gnahoré accogliendo, invece, lo svizzero Haas il cui acquisto (con la formula del prestito) è stato ufficializzato questa mattina: «Gnahoré voleva andare via e il fatto che sia arrivato in ritiro in ritardo a causa dello smarrimento del passaporto era un segnale. Noi vogliamo tenere solo giocatori convinti di restare e che non vogliono andare via. Con Gnahoré, peraltro, abbiamo anche ottenuto un’ottima plusvalenza».
È un Palermo attivo sul mercato. Il motore dei rosanero, che oggi ufficializzeranno anche l’acquisto del portiere Brignoli, è Rino Foschi, direttore dell’area tecnica al quale Zamparini ha affidato ampi poteri decisionali e una centralità che sicuramente nella scorsa stagione non hanno avuto né Lupo né Valoti: «Rino mi ha detto che non erano direttori sportivi…Ho grande fiducia nel lavoro di Foschi e, avendo una conoscenza specifica migliore della mia, può decidere ciò che vuole. Di cambiare un giocatore e anche il tecnico se ad un certo punto dovesse ritenere opportuno questo cambiamento. Rino ha un rapporto speciale con i giocatori e sono molto contento perché fa un lavoro di squadra. L’ho preso anche per dare al nostro tecnico, che non ha grande esperienza, un supporto e quelle sicurezze che l’anno scorso non ha avuto». C’è spazio anche per un flash sul fronte societario: «Colpe mie? Io amo troppo il calcio e so che non è una filosofia esatta. È una realtà in cui contano molto anche le variabili esterne. In questo weekend – rivela – incontrerò a Firenze un imprenditore internazionale che è disposto ad entrare nell’operazione solo se rimango io come consulente».
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