Caso Niceta, arriva il riconoscimento come testimone L’ex imprenditore interrompe il suo digiuno a oltranza

Dopo il rimpallo dei giorni scorsi tra Prefettura di Palermo, Commissione centrale e Procura Nazionale Antimafia, finalmente una svolta nella vicenda di Angelo Niceta, l’ex imprenditore palermitano che ha denunciato ai magistrati le collusioni tra la mafia e la Palermo bene

La segreteria del procuratore Franco Roberti della Procura Nazionale Antimafia ieri ha trasmesso parere favorevole per l’inserimento di Angelo Niceta nel programma di protezione per i testimoni di giustizia. A darne comunicazione ufficiale è l’avvocato Rosalba Vitale, legale di Niceta, che nei giorni scorsi aveva preso personalmente contatti con la segreteria di Roberti, sollecitando un intervento urgente.

Appresa la notizia, Niceta ha deciso di interrompere il digiuno a oltranza iniziato il primo giugno per protestare contro il cambio di status da testimone a collaboratore di giustizia e per la mancata protezione da parte dello Stato. Adesso la palla passa alla Commissione centrale e al senatore Filippo Bubbico, per l’inserimento de facto di Niceta nel sistema di protezione previsto per i testimoni di giustizia.

«Siamo pienamente soddisfatti dell’operato della magistratura, in particolare della Procura generale di Palermo, che ha formulato una nuova proposta per l’ammissione alle speciali misure di protezione per il Angelo Niceta in qualità di testimone di giustizia, e che ha ricevuto parere favorevole dalla Procura Nazionale Antimafia – commenta l’avvocato Vitale – A questo punto attendiamo la presa d’atto della Commissione centrale e l’esecuzione del programma per Angelo Niceta e i suoi congiunti, che auspichiamo avvenga in seduta straordinaria nelle prossime giornate». Tanto l’entusiasmo anche da parte dei cittadini membri del Comitato per Angelo Niceta, che finora si sono spesi moltissimo per portare la vicenda sotto i riflettori della cronaca e per chiedere alle istituzioni preposte l’applicazione della legge. 

Silvia Buffa

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