Caso Indelicato, confermati 30 anni di carcere per Bonetta  «Sono pentito e affranto, non riesco più a dormire la notte»

La Corte d’appello di Palermo ha confermato la condanna a 30 anni di carcere per il 36enne Carmelo Bonetta imputato per l’omicidio di Nicoletta Indelicato. La 25enne di origine romena che è stata uccisa con dodici coltellate e poi bruciata la notte tra il 16 e il 17 marzo del 2019 nelle campagne di contrada Sant’Onofrio, nell’entroterra di Marsala. Davanti alla Corte, Bonetta ha detto di essere «pentito e affranto» per l’omicidio di Nicoletta, tanto da «non riuscire a dormire la notte». E, nel corso delle sue dichiarazioni spontanee, ha fatto si è anche scusato con la famiglia Indelicato e con tutti i cittadini marsalesi. Il 36enne, lo scorso 15 maggio, era stato condannato (con rito abbreviato) a 30 anni di carcere dal gup di Marsala Francesco Parrinello.

Per concorso nello stesso omicidio, lo scorso 1 febbraio, la Corte d’assise di Trapani ha condannato all’ergastolo la 31enne Margareta Buffa, anche lei di origine romena e, come la vittima, adottata da bambina da una famiglia di Marsala. I due erano stati arrestati dai carabinieri all’alba del 20 marzo scorso. Buffa, legata alla vittima da un controverso rapporto di amicizia, ha negato ogni suo coinvolgimento. Bonetta, invece, sin dall’inizio ha in parte confessato le sue responsabilità, facendo ritrovare anche il corpo carbonizzato della vittima in un luogo isolato tra le campagne, dopo diversi giorni in cui della ragazza di era parlato come scomparsa. Il racconto del 36enne aveva poi trovato dei riscontri anche dai risultati dell’autopsia effettuata sul corpo della vittima.

Durante il processo in corso a Trapani è stata depositata un’intercettazione registrata la notte del 19 marzo nella sala d’aspetto della stazione dei carabinieri di Marsala. «No forse non l’hai capito, non si deve trovare il corpo. Ok? Capiscimi», diceva Buffa. Alla frase della ragazza, Bonetta la invitava a far silenzio e lei ribatteva: «Ssshh cosa?». «Si deve calmare la situazione, perché io ho la macchina sequestrata», precisava il ragazzo e lei aggiungeva: «Io devo uscire da qua con la mia macchina e la mia vita, ok?».

Marta Silvestre

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