«Probabilmente non se l’è sentita». Non si conoscono i motivi che hanno portato, questa mattina, Adele Velardo a rinunciare al suo esame davanti ai giudici della prima corte d’assise di Palermo. La donna sta affrontando un processo a suo carico per il duplice omicidio di Vincenzo Bontà e Giuseppe Vela, avvenuto in via Falsomiele il 3 marzo 2016. Imputata inizialmente insieme al marito Carlo Gregoli, che pochi mesi dopo l’arresto si è tolto la vita al Pagliarelli, adesso rimane l’unica a dover rispondere alle accusa mosse dalla magistratura rispetto a quanto accaduto quella mattina di due anni fa.
«Lei ha deciso di rinunciare, e noi oggi lo abbiamo comunicato», spiega l’avvocato Paolo Grillo che, insieme al collega Marco Clementi, rappresenta Adele Velardo. Non conoscono entrambi, però, le ragioni intime e personali che hanno portato la donna a questa decisione. Il suo era un esame piuttosto atteso, che giungeva in ordine di tempo dopo quello già concluso di periti, tecnici e soggetti che all’epoca indagarono sul delitto.
Un’udienza lampo, quella di oggi, conclusa con un nulla di fatto. La prossima data sarà a luglio e si proseguirà sentendo i testi dell’accusa.
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