Cultura e spettacoli

La casa del Postino di Troisi non sarà demolita: salva la memoria di Salina, ma la battaglia continua

Più di una semplice abitazione: un simbolo, una memoria collettiva, un luogo dell’anima. La casa nelle isole Eolie diventata celebre grazie al film Il Postino con Massimo Troisi come dimora di un Pablo Neruda costretto al confino, è ufficialmente salva. Il Consiglio di giustizia amministrativa della Regione Siciliana ha accolto il ricorso del proprietario Giuseppe Cafarella, bloccando il provvedimento di demolizione emesso dal Comune di Malfa. Nel 1994, la piccola casa incastonata tra il verde della macchia mediterranea e il blu profondo del mare di Pollara divenne il set di uno dei film più amati della storia del cinema italiano. Il Postino, ultima intensa interpretazione di Troisi, girato sull’isola di Salina, ottenne cinque candidature agli Oscar, rendendo quel piccolo angolo eoliano famoso in tutto il mondo. Da allora, la villetta è divenuta meta di pellegrinaggio per migliaia di turisti affascinati dalla poesia del luogo.

La vicenda giudiziaria

A mettere a rischio la memoria cinematografica è stata in principio la segnalazione di una vicina, che denunciava presunti abusi edilizi durante i lavori di ristrutturazione della casa situata entro i 150 metri dalla battigia, in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico. Il Comune, sulla base di accertamenti tecnici, aveva dunque ritenuto irregolare l’immobile, emettendo l’ordinanza di demolizione. Tuttavia, come evidenziato nel provvedimento del Cga, l’abitazione è «formalmente assistita dai titoli edilizi per esso in precedenza rilasciati» e non è stato contestato alcun intervento ampliativo difforme. In particolare, l’intervento ritenuto abusivo sarebbe stato eseguito tra il 1967 e il 1982, ma lo stesso progetto allegato alla concessione edilizia del 1985 riporta dimensioni che coincidono con quelle attuali. Così come altre opere già regolarizzate nel 2021. Da qui l’accoglimento del ricorso e la sospensione del provvedimento di demolizione. A sostenere la battaglia del proprietario, anche il valore simbolico dell’edificio. Il Cga ha, infatti, riconosciuto sia la legittimità degli interventi che l’importanza storico-culturale dell’immobile. Con il giudice relatore Nino Caleca che ha sottolineato «l’interesse artistico, paesaggistico e culturale» della casa, già iscritta nella Carta dei luoghi dell’identità e della memoria della Regione Siciliana e menzionata nel Piano di gestione Unesco delle Eolie.

Un futuro ancora da proteggere

Il pericolo demolizione è ormai alle spalle, ma l’impegno di Cafarella non si ferma. L’artista ha chiesto alla Soprintendenza di Messina l’apposizione di un vincolo di tutela più forte, che protegga anche il contesto circostante, in particolare un vecchio rudere adiacente – un tempo palmento -, oggi al centro di un contenzioso e oggetto del timore di una possibile trasformazione urbanistica. «La casa rosa – spiega Cafarella – è un patrimonio di poesia che non può essere alterato. Chiunque l’abbia visitata sa che una costruzione accanto potrebbe spezzare quell’equilibrio magico che il film ha saputo cogliere e restituire al mondo». La soprintendente Mirella Vinci ha confermato che l’immobile è già tutelato, ma si è detta pronta a valutare ulteriori misure di protezione. Anche il Comune di Malfa, per voce della sindaca Clara Rametta, ha assicurato che nessuno intende compromettere l’identità del luogo, promettendo un’attenta valutazione urbanistica. A sostenere Cafarella è anche la fondazione Le vie dei tesori, che ha proposto l’inserimento della casa nel proprio circuito culturale, con visite guidate e percorsi emozionali che rispettino l’anima del luogo. Oggi, insomma, la casa del Postino non è più un edificio a rischio, ma un bene riconosciuto e protetto. E così resta affacciata sul mare di Pollara, ricordandoci che anche un piccolo muro rosa, se racconta una grande storia, può diventare un patrimonio di tutti.

Francesca Lombardo

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