Caro presidente Lombardo, in politica chi tradisce non vince mai!

HA TRADITO TOTO’ CUFFARO PER DARE RETTA ALLE NINFE EGERIE DEL PD CHE GLI AVEVANO PROMESSO MARI E MONTI. INVECE HA SOLO DIVISO IL CENTRODESTRA, DISTRUTTO LA REGIONE SICILIANA E RISCHIA PURE DI FINIRE IN GALERA

Chissà se Raffaele Lombardo, ieri, nell’ascoltare la sentenza di primo grado che lo condanna a sei anni e otto mesi, si sarà ricordato dei giorni successivi alla condanna di Totò Cuffaro, quando quello che poi sarebbe diventato il suo fedele alleato, Gianfranco Miccichè, sbraitava perché voleva essere lui il candidato alla presidenza della Regione.

Già in quei giorni Raffaele e Totò, insieme da una vita, sapevano come sarebbe andata a finire. Quello che Totò Cuffaro non immaginava è che proprio mentre lui battagliava contro Gianfranco Miccichè, che l’aveva definito “Il presidente dei cannoli”, Raffaele veniva avvicinato dai ‘serpenti’ del PD siciliano che…

Una premessa: sotto il profilo umano, la sentenza di condanna di Lombardo ci rattrista. L’abbiamo sempre attaccato sul piano politico. Ma una condanna non la si augura a nessuno. Soprattutto per reati così gravi. E, in ogni caso, la verità processuale definitiva emergerà nell’ultimo grado di giudizio.

Detto questo, noi che c’eravamo, non possiamo non ricordare quei giorni e quegli anni: i giorni in cui maturava la candidatura di Raffaele Lombardo alla presidenza della Regione; e i quattro, pessimi anni di Governo della Sicilia.

Quante ne ha combinate, Lombardo in quattro anni? Tante, una più brutta dell’altra. E dire che era bello comodo. Aveva fondato un Partito – l’Mpa – e faceva politica. Nel’interesse della Sicilia. E lavorava bene. faceva sognare.

Poi sono arrivate le Ninfe Egerie del PD. Già Lombardo era tentato da Cuffaro che doveva ‘stoppare’ la candidatura di Miccichè. Se a queste si sommano le promesse dei diavoli tentatori del PD, beh, la tentazione doveva essere forte…

Lombardo, sulla sua candidatura alla guida della Sicilia, da buon democristiano, dubbi ne aveva tanti. Si sa: quando sali sul piedistallo, gli altri prendono meglio la mira… Meflio restare a Grammichele tra cavalli e galline, pensava in quei giorni.

Ma le Ninfe Egerie del PD, si racconta, lo incalzavano: “l’occasione è unica”. E se cominciano a scavare… Ma le Ninfe Egerie lo tranquillizzavano: “Ci pensiamo noi. Tu vai tranquillo, ti candidi e tutto andrà liscio come l’olio”.

Lombardo, che è tutt’altro che ingenuo, sapeva che, una volta a Palazzo d’Orleans, si sarebbero scatenati i mastini della Giustizia. Ma dal PD erano catogorici: noi, in questo campo, siamo una garanzia!

Certo, c’era da dire “Sì” a Cuffaro che lo voleva candidato e, contemporaneamente, tradirlo. Brutta cosa. Bruto da Grammichele: suona pure male. Però diventava il presidente dei siciliani. Era brutto e bello, lo scenario. Ah, la vanità quante cose brutte ci fa fare!

Per giorni Lombardo rimane in bilico: accetto o non accetto? A un certo punto Raffaele ‘abbucca’: candidato alla presidenza della Regione con quei minchioni del centrodestra che lo voteranno per poi dare la Regione al PD di Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia: e vai!

Poi, però. Prima ci sono le elezioni. Con Lombardo che presenta tre liste: Mpa più due. Non sono assai? Col senno pre-elettorale è un errore di megalomania. Con il senno post-elettorale è un regalo al PD che perde le elezioni, ma raddoppia i deputati, perché nessuna delle due liste di Lombardo raggiunge il 5 per cento.

Anche la lista alla sinistra del PD non raggiunge il 5 per cento. Per il partito Democratico è una manna: si prende tutti i deputati dell’opposizione! Solo la Regione siciliana poteva approvare una legge elettorale che fa perdere chi vince (l’attuale Governo regionale senza maggioranza in Aula) e fa vincere chi perde (il PD che alle elezioni regionali del 2008, con il 18 per cento, prende 36 seggi su 90!).  

La prima Giunta, ovviamente, va fatta seria: centrodestra con l’innesto di Massimo Russo, il magistrato promosso sceriffo della sanità siciliana. Assessore ‘tecnico’. E’ un medico? No, è un magistrato. E che c’entra con la sanità?

Già nella prima Giunta Raffaele si ‘annaca’: un po’ di qua e un po’ di là. Le famose “maggioranze variabili”. Perché mentre governa con il centrodestra il PD ‘chiede’: e lui dà…

Nel frattempo il ‘genio’ di Gianfranco Miccichè ha spaccato il Pdl e se n’è portato un ‘pezzo’ in Giunta. Insomma: trasformismo di Lombardo, trasformismo del PD e trasformismo del Pdl. In America si direbbe “merda nel ventilatore”. In Sicilia è il Governo della Regione. L’odore non è dei migliori, ma basta adattarsi. Ci si fa l’abitudine.

Se Miccichè si è portato dietro un ‘pezzo’ del Pdl, chiamato con enfasi semantica “Pdl Sicilia”, Lumia si è portato dietro Confindustria Sicilia.

Un bel Governo, volendo. Solo che nel 2010 i conti, a Lombardo, cominciano a non tornare. Ha ‘dato’, ma la Giustizia lo comincia a braccare.

Chissà quante assicurazioni gli debbono essere arrivate in quei giorni. Tranquillo di qua, tranquillo di là. Gli sarà passato per la mente che certi personaggi sono solo dei millantatori? Chissà.

Nel frattempo, governando, Lombardo mette da parte tutte le istanze autonomiste che erano il vero patrimonio dell’Mpa. La lotta contro le raffinerie che inquinano? Sbaraccata. Gli articoli dello Statuto da applicare? Per ora non c’è tempo.

Spazio, invece, alla presa per il culo sulla sanità pubblica. Si sbaraccano gli ospedali pubblici siciliani – con la ‘benedizione’ prima del Governo Berlusconi e poi del Governo Monti – in cambio della medicina nel territorio: i Pta (Punti territoriali di assistenza) e i Pte (Punti territoriali di emergenza).

La sanità pubblica siciliana verrà sbaraccata. Ma i siciliani non vedranno né Pta, né Pte. Però Lombardo e Miccichè continueranno a celebrare l’assessore Massimo Russo che rimane ‘bravo’. Loro – Lombardo e Miccichè – sono contenti. I siciliani un po’ meno.

Ma il capolavoro di Lombardo si consuma sul rigassificatore di Porto Empedocle. Una vergogna da realizzare a un chilometro dalla Valle dei Templi di Agrigento. Tra il 2006 e il 2007, il gruppo parlamentare all’Ars dell’Mpa ha condotto una battaglia contro il rigassificatore di Porto Empedocle. Le cronache regitrano un’interpellanza di fuoco, primo firmatario il deputato agrigentino Roberto Di Mauro.

Da presidente della Regione, Lombardo – grazie anche ai ‘consigli’ del suo fido assessore, Gaetano Armao – cambia opinione e diventa sponsor del rigassificatore. Una grande manifestazione di ‘coerenza’. Quasi un’anticipazione di quello che, qualche anno dopo, farà Rosario Crocetta con il Muos di Niscemi e con l’acqua. Ragazzi, per far cambiare idea Palazzo d’Orleans è ‘miracoloso’!

Quello che hanno combinato Lombardo e il PD in quattro anni non c’è bisogno che ve lo raccontiamo noi: basta vedere come sono ridotte le finanze della Regione siciliana.

Ma in questa sede non è lo sfascio amministrativo della Regione che ci interessa. E’ Lombardo il personaggio da osservare con l’occhio di un entomologo.

Nel 2011 è già nel ‘tritacarne’ della Giustizia. Ne uscirà? La Procura del Tribunale di Catania, a un certo punto, lo vuole prosciogliere. Ma il Gip lo riafferra per la giacca. E finisce sotto processo.

Avrà capito che le Ninfe Egerie gli avevano raccontato solo ‘film’? E’ per questo che, a un certo punto, ‘spatta’ pure con Confindustria Sicilia? Avrà pensato al Vangelo, là dove si spiega che ogni albero dà i propri frutti e che da un albero cattivo non possono nascere frutti buoni?

Certo, è il primo grado di giudizio. Magari qualche Ninfa Egeria gli dice ancora: “Tranquillo, ci penso io”? In fondo le elezioni potrebbero sempre arrivare e c’è sempre tempo per combinare altri ‘inquacchi’ trasformisti.

O magari l’ex presidente Lombardo si sta chiedendo: “Ma valeva la pena fare tutto quello che ho fatto dal 2008 al 2012? Tradire Cuffaro, tradire il centrodestra, trescare con il PD e governare con loro. E poi ‘imbarcare’ Confindustria Sicilia: e poi aiutare la lista di Rosario Crocetta contro Musumeci: e poi candidare Gianfranco Miccichè, sempre per fare perdere Musumeci: e persino riappacificare con l’odiato Pino Firrarello…

Ci starà pensando? Chissà.

 

 

Giulio Ambrosetti

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