«Un altro tessera nel mosaico culturale di Carini». Inizia con questa frase, pronunciata dal sindaco Giovì Monteleone, l’inaugurazione del museo dell’Opera dei pupi siciliani di Carini, ospitato in quattro delle numerose sale del Castello. Il progetto è stato realizzato grazie al drammaturgo Angelo Sicilia, già direttore del museo dei Pupi Antimafia, e alla sua ricca collezione di queste tipiche marionette, e alla collaborazione fra il Comune di Carini e la Marionettista popolare siciliana di Palermo.
«Angelo è molto legato a Carini – continua il primo cittadino – ed è per questo che siamo orgogliosi di poter ospitare questo museo. Ha fatto qualcosa di straordinario con il museo dei pupi antimafia perché è riuscito a ricreare le vicende di quei personaggi che, purtroppo, sono diventati degli eroi, come Falcone, Borsellino e Livatino. Il nostro auspicio è che questo luogo sia un primo tassello per inscenare l’opera dei pupi vera e propria. Siamo molto contenti di questo momento culturale, la nostra collaborazione sarà costante, coinvolgeremo le scuole e tutte le istituzioni culturali». Dopo i dovuti ringraziamenti a Sicilia e il consueto taglio del nastro, il museo viene affollato da un numeroso gruppo di persone, alcune provenienti anche da paesi a distanza di parecchi chilometri.
«Nel ringraziare i presenti e Angelo Sicilia – aggiunge l’assessore alla Cultura Salvatore Badalamenti –, vogliamo ricordare che questo è un primo step verso l’ampliamento del museo che sarà arricchito di un quinta stanza dedicata ai Pupi antimafia». La nuova istituzione, infatti, come spiega lo stesso Sicilia è composto da quattro sale: la sala dei Paladini di Francia, la sala delle marionette fantastiche, la sala dei Saraceni e la sala dedicata agli spettacoli che la compagnia ha realizzato in questi anni. Presso la sala dei Paladini è possibile prendere visione del pupo più antico della collezione, risalente alla fine del 1800.
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