Stava proprio lì, in via Trento a Carini, sotto gli occhi di tutti. Ma a una prima occhiata chiunque non avrebbe visto che un’abside medievale. A uno studio più attento, invece, è emerso che quello non era che un mascheramento per mimetizzare in realtà una postazione militare della seconda guerra mondiale, adesso ufficialmente censita nell’ambito del progetto Ce.r.ca.mi., promosso da Palermo Pillbox Finders e BcSicilia. Presenti alla ricerca per la Pillbox Michelangelo Marino e Marcello Pecora, per la seconda invece – un’associazione culturale di volontariato a carattere regionale che si occupa della salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali e ambientali – era presente la presidente della sede di Isola delle Femmine, Agata Sandrone.
La postazione militare faceva presumibilmente parte di un caposaldo di sbarramento a protezione dell’incrocio stradale antistante, che collegava la litoranea SS113 proveniente da Trapani con l’intercomunale di Torretta dalla quale era possibile, attraversando un altro sbarramento, quello di Portella della Torretta, entrare a Palermo. La postazione militare, probabilmente affiancata da un’altra struttura difensiva simile e posta sul lato opposto della via (oggi non più esistente), era dotata di una mitragliatrice pesante in grado di interdire la presenza di eventuali forze avversarie. Del caposaldo di sbarramento del quale la postazione faceva parte sono rimaste le tracce di una trincea difensiva e di un piazzola ospitante presumibilmente un cannoncino con funzioni anticarro.
A rendere la postazione di Carini appena censita una scoperta importante e pregevole è proprio il fatto che fosse stata mascherata da finta abside, probabilmente per motivi prettamente strategici e militari, sfruttando il contesto storico e architettonico dell’epoca nel borgo palermitano. Per lo studio della postazione si è fatto ricorso all’utilizzo del satellite, indispensabile per studiare le finalità strategico-militari, appunto, di postazioni come queste risalenti alla guerra. Le associazioni coinvolte adesso sollecitano il Comune di Carini per le necessarie azioni di tutela, al fine di un’adeguata salvaguardia e valorizzazione della struttura.
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