QUESTO PSdS NON PUO’ LIMITARSI A CELEBRARE MORTI, DI CERTO GLORIOSI, E A PRODURRE SOLO CHIACCHIERE MODELLO CROCETTA & LUMIA. SERVONO FATTI CONCRETI. SENNO’ E’ INUTILE CONTINUARE
Noi vogliamo molto bene ai nostri amici socialisti. E siamo contenti quando in redazione arrivano i loro comunicati. La sigla “Partito Socialista dei Sicilia” ci piace. E ci fa sognare.
Però – lo diciamo per entrare subito in tema – i nostri amici, oltre che di storia, di premi e di schiticchi, dovrebbero occuparsi anche di politica.
Passino i ricordi di Riccardo Lombardi (abbiamo anche scritto un articolo: tanto di cappello). Passino le celebrazioni dei sindacalisti assassinati dalla mafia. Passino i premi antimafia. Bene. Adesso, però, oltre che dei morti, vorremmo anche parlare dei vivi.
In Sicilia sta succedendo un un ‘casino’. C’è un Governo di ‘Professionisti dell’Antimafia’ che sta distruggendo la nostra Isola tra chiacchiere e assessori che, invece di fare gli interessi della nostro Isola, fanno gli interessi di Roma.
C’è un presidente – Rosario Crocetta – che pensa di governare la Regione andando ad esibirsi in tv e lasciando marcire i problemi della Sicilia.
L’Assemblea regionale siciliana è paralizzata. Il Governo, a Sala d’Ercole, non ha una maggioranza, grazie anche a una legge elettorale sbagliata.
I parlamentari dell’Ars, che avevano promesso di portare le indennità a 10-11 mila euro al mese, si fottono ancora 20 mila euro al mese. E la stessa cosa fanno gli assessori regionali ‘esterni’. Una vergogna.
Le scuole sono nel caos. A Palermo hanno licenziato 100 docenti a tempo determinato. Anzi, li ha licenziati il Governo Crocetta. Nel silenzio generale. Compreso il silenzio del PSdS.
L’agricoltura è allo sbando. E mentre l’industria è sparita, Confindustria Sicilia si fa i cavoli propri (la parola sarebbe un’altra: ci siamo capiti…).
I lavori pubblici sono bloccati. I fondi europei non spesi. La formazione professionale nel caos. L’acqua è ancora nella mani dei privati. I rifiuti finiscono ancora nelle discariche. La mafia fa affari d’oro.
Gli americani ‘spatuliano’ con i droni a Sigonella e con il Muos a Niscemi. Terna sta realizzando un mega elettrodotto a due passi dai centri abitati della Valle del Mela, in provincia di Messina, alla faccia della salute pubblica. Milazzo è inquinata. Priolo e Melilli pure. Idem Augusta.
Gela è un concentrato di idrocarburi. La ‘merda’ petrolifera dell’Eni – il colosso che tiene in ostaggio Gela da oltre 50 anni – è arrivato fino in provincia di Ragusa.
Per non parlare delle attività culturali, che ormai sono un deserto.
Davanti a tutto questo ‘bordello’ sociale, economico ed ecologico ormai da tre mesi, il Partito Socialista dei Siciliani – e scusate se siamo molto franchi – non fa altro che ricordare morti e distribuire premi.
Tutte attività meritorie, per carità. Ma adesso ci siamo rotti le scatole. Insomma la politica del Partito Socialista dei Sicilia dov’è? Qual è la posizione del Partito rispetto a queste schifezze?
Sull’acqua i socialisti siciliani non hanno nulla da dire? E sui rifiuti? E su Confindustria Sicilia di Antonello Montante e dei suoi ‘compari’? E che dire dell’inquinamento di Gela, Milazzo, Priolo, Valle del Mela, Melilli?
E dell’industria scomparsa? E dei soldi del Psr (Piano di sviluppo rurale) che invece di sostenere l’agricoltura siciliana sono finiti chissà dove? Sulla scuola i Socialisti siciliani non hanno nulla da dire? Sulle attività culturali ridotte a un deserto scelgono il silenzio?
A parte qualche timido comunicato sul Muos, non abbiamo visto nulla sui grandi problemi della Sicilia odierna. Non è il momento di entrare nel dibattito politico?
A noi sembra il momento. L’elettorato del PD siciliano è scontento. Adesso Roma ha deciso che si debbono sorbire Crocetta, Lumia, Confindustria Sicilia e affari vari. E’ il momento di mettere da parte tutte queste celebrazioni e di cominciare a fare qualcosa di serio.
Se gli amici del Partito Socialista dei Siciliani non lo sanno fare, beh, facciano gli storici e lascino perdere la politica. Ma se debbono fare politica è tempo di tirare fuori le palle.
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