Che Francesco Rutelli, leader dell’Api, non fosse un personaggio di grande spessore lo sapevamo già. Lo conferma il peso politico, pari a zero, del suo partito.
La novità è, che a quanto pare, soffre di una grave patologia. Se la notizia venisse confermata non potremmo che essere dispiaciuti. I sintomi sono già evidenti. Si sospetta un caso di coprofagia. Cosa è? La coprofagia (dal greco copros, feci, e phagein, mangiare) è un comportamento animale o umano che consiste nell’ingoiare escrementi propri o altrui.
Brutta storia. Povero Rutelli. Ma da cosa nasce il sospetto che ne soffra? Proprio dal fatto che tenta di rimangiare i rifiuti prodotti, non dal suo ventre, ma dalla sua mente politica.
Ci riferiamo alla legge neo-fascista sui giornalisti. Quella, cioè, che prevede il carcere per i cronisti in caso di diffamazione. Ebbene, Rutelli è stato uno dei main sponsor di questo emendamento approvato ieri dal Senato.
Stamattina, il nostro, su Rai3 ha dichiarato: “Con questa norma nessuno finirà in carcere, però si stabilisce un principio importante: che la diffamazione, cioè dire una cosa falsa, disonora il giornalista perbene. Nella grande maggioranza dei Paesi europei – – è prevista la pena del carcere, poi non la si applica; ed è giusto che non la si applichi“.
Ma che vuol dire? Si deve approvare una norma che poi non si deve applicare? Un tentativo di rimangiarsi la ‘stronzata’ partorita anche dalla sua testa?
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