Caos organico, in mano ai sindaci restano opzioni ridotte «Gli sforzi della provincia rischiano di essere vanificati»

Sono una ventina i Comuni del palermitano che nell’ultimo mese hanno problemi a conferire l’umido e non sono pochi quelli che hanno deciso di sospendere la raccolta dell’organico. Una battuta d’arresto quindi per ora si registra proprio in quei territori che avevano dato prova di efficienza ed efficacia delle politiche messe in campo in questa direzione. La causa è la carenza degli impianti dove poter portare i rifiuti. Mentre quelli esistenti chiudono per aver raggiunto i limiti autorizzati, per fare manutenzione. In questo contesto i sindaci denunciano poi aumenti nei costi per tonnellata, ovvero aziende private che, in modo del tutto legale, cercano dove poter conferire i rifiuti al posto dei Comuni. Per il conferimento dei Comuni a Bellolampo il calcolo fatto al tavolo dell’incontro riguarda lo smaltimento di circa 2000 tonnellate di rifiuti da metà novembre alla fine di dicembre. Sul fronte degli impianti però qualcosa è tornata al suo posto. Se l’impianto Ecox di Termini Imerese resta chiuso, Sicula compost ancora resiste e Raco ha riaperto. In ballo c’è pure l’impianto di Castelvetrano che dovrebbe essere pronto a breve.

Dopo la protesta dei sindaci davanti a Palazzo D’Orleans della settimana scorsa c’è stato un primo incontro tra la Srr area metropolitana Palermo, la Rap e la Regione per vedere se c’erano margini per riaprire i cancelli di Bellolampo ai Comuni tagliati fuori a causa dell’emergenza. «La Regione ha chiesto ancora una volta alla Rap di andare incontro alle esigenze dei Comuni -spiega il presidente dell’azienda Giuseppe Norata – e noi abbiamo risposto che poteva essere fatto solo compatibilmente con le condizioni tecniche dell’impianto di Bellolampo. Fino a giovedì mattina il direttore è andato a fare un sopralluogo». I piazzali dove erano accatastati i rifiuti non sono ancora sgombri e la data di scadenza dell’ordinanza si avvicina: «Ancora gli impianti di destino ci sollevano delle questioni e abbiamo avuto ancora mezzi che sono tornati indietro, 15 solo giovedì: hanno trovato la presenza di metalli ferrosi. Nessuno ci aiuta a smaltire quello che c’è nei piazzali». Tra le righe del discorso di Norata si legge il senso di quello che ha detto Rap all’incontro: se ci darete una mano a superare i problemi tecnici non avremo problemi ad accogliere i comuni del palermitano. Intanto l’azienda ha attivato un laboratorio di analisi proprio per accelerare i processi analitici sul sopravaglio dell’impianto per conferire meglio nelle discariche di destino. Quindi in sostanza, dato che alla fine la fumata è stata nera, a breve si avrà un altro incontro. 

Al dipartimento rifiuti, oltre Rap erano presenti i rappresentanti dei Comuni del palermitano e ovviamente la Srr metropolitana. «L’incontro non ha dato esito positivo – spiega Natale Tubiolo, presidente della Srr area metropolitana  –  Rap non ha spazio per accogliere l’organico dei 21 comuni che già c’erano prima che chiudesse i cancelli. Questo comport in molti Comuni comporta una sospensione della raccolta dell’organico: Balestrate, Montelepre, Trappeto, Cinisi, Capaci e anche Partinico. Il nostro polo di riferimento è Bellolampo. Raco ha riaperto ma deve smaltire quello che è rimasto, Trapani servizi lo stessa cosa». Nonostante tutto ci sono delle iniziative che si stanno portando avanti. «Stiamo studiando la possibilità di avviare un impianto mobile nelle discariche dismesse e a Bellolampo nelle vasche due e tre – spiega Tubiolo –  che però sono in curatela fallimentare da parte di Amia. Tra martedì e mercoledì faremo un sopralluogo per vedere se c’è la possibilità di farlo. Ho coinvolto i tecnici dell’Arpa, della provincia e della Srr e anche i tecnici Rap che sono sul posto». Se dovessero esserci le condizioni ambientali adatte la Srr chiederà alla curatela fallimentare di Amia il via libera per una manifestazione di interesse, si potrebbe coprire così il tempo che rimane fino al 1 gennaio, giorno in cui i cancelli di Bellolampo si riapriranno.  La Srr ha anche chiesto all’associazione nazionale degli impianti di compostaggio l’elenco dei siti disponibili soprattutto nel Sud Italia: «Abbiamo chiesto a un impianto in Calabria che ci ha risposto negativamente. Anche li non crediamo che ci possano essere possibilità di conferire al Sud, dovremmo andare fuori ma i costi sono troppo elevati». 

Insomma ai sindaci restano delle opzioni ridotte data la scarsa presenza di impianti e l’impossibilità di accedere a quelli pubblici con una riduzione dei costi. A questo si aggiunge il fenomeno degli intermediari. Ne hanno parlato a lungo in occasione della protesta della settimana scorsa. «Tramite questo sistema gli intermediari – afferma il sindaco di Belmonte Mezzagno Salvatore Pizzo – trovano spazi che noi dai Comuni non troviamo, ma chiedono il pagamento anticipato. Quindi noi nelle medie delle tonnellate che produciamo di umido o paghiamo prima o non possiamo stoccare quei rifiuti». E la sindaca di Altofonte, Angela De Luca, diceva: «La situazione qui non è drammatica come per altri colleghi, perché siamo riusciti a trovare una piattaforma con la quale conferire l’umido. Ma la vera difficoltà e la vera richiesta che fanno i sindaci è proprio questa. Nonostante le Srr che sono deputate nella gestione dei rifiuti anche queste hanno problemi perché a qualsiasi costo non ci sono piattaforme di umido. Attraverso il supporto di un intermediario e alla nostra ditta siamo riusciti a individuarla. Ma nonostante questo la nostra condizione è peggiore rispetto a quando conferivamo con l’impianto pubblico di Bellolampo a 85 euro a tonnellata: in questo momento siamo in un impianto privato a 135 euro. E poi c’è il trasporto. Da Altofonte a Palermo si tratta di pochi chilometri ma da Altofonte a Collesano c’è una distanza non indifferente che i cittadini e tutti noi pagheremo».

Per Tubiolo quella degli intermediari «è una grande stortura. Gli impianti pubblici non sono stati realizzati e siamo schiavi dei privati. Ora stiamo cercando di rimediare e ci stiamo impegnando per il pubblico». La Srr Palermo area metropolitana ha mandato al dipartimento il nuovo piano d’ambito localizzando tre impianti da costruire: uno sempre a Bellolampo, uno nel bagherese e uno nel partinicese. «Le fasi sono due – ribadisce Tubiolo –  in settimana partiremo con un sopralluogo in un’area segnalata verbalmente dal Comune di Bagheria per realizzare gli impianti che potrebbero servire anche in altri comuni tra cui Bolognetta, Marineo, Misilmeri». Ma i tempi di realizzazione restano lunghi anche dimezzando quelli legati alla burocrazia. «Nel giro di dieci giorni valuteremo. Al momento però tutto è bloccato e gli sforzi dei Comuni sono vanificati dal fatto che mancano gli impianti: questo non dovrebbe succedere, su questo dobbiamo lavorare. Le somme per farlo ci sono e la Regione sta sovrintendendo a tutto facendo sforzi notevoli per un intervento immediato, tampone, e per quelli da programmare nel futuro».

Stefania Brusca

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