Cannabis, giornata divulgativa a Ispica Sicilcanapa: «Andremo in tutta la Sicilia»

Reintrodurre l’uso della canapa in Sicilia, tramite una filiera completa a «chilometro zero», costruendo un impianto di trasformazione dedicato. Questo l’obiettivo di Sicilcanapa, azienda di Ispica che ha iniziato la sua attività lo scorso anno rivendendo su uno store online semi, farina e olio di canapa, pianta «dalle proprietà nutritive eccezionali».

La strada verso l’obiettivo è ancora lunga, come illustrato sabato nella prima giornata divulgativa sulla canapa da fibra, e le difficoltà vengono da complicate procedure burocratiche, ma soprattutto da una mentalità che vede la cannabis come un tabù, in quanto da questa si ricava la marijuana. Ma le cose stanno cambiando. «L’uso della canapa cosiddetta sativa, in varianti approvate per legge, è incentivato dalla comunità europea: ci sono circa 5 mila usi industriali. E gli altri Paesi della comunità europea sono molto più avanti di noi, abbiamo un ritardo di dieci anni: siamo gli ultimi in Europa per ettari coltivati», spiega il fondatore e general manager dell’azienda, Giusepe Sutera Sardo. «La canapa ha delle proprietà eccezionali: contiene tutti gli amminoacidi essenziali, ha un alto contenuto di proteine, una grande quantità di acidi grassi omega 3 ed è priva di glutine. Consentitemi una battuta: una pianta stupefacente», dichiara Giuseppe Nicosia, responsabile della produzione dell’azienda che, tra pochi mesi, metterà in commercio «un barretta energetica a base di canapa, ma per il momento non posso dire di più». Per la prima volta e grazie all’interessamento del gruppo Ars del Movimento 5 stelle e al supporto dell’assessorato regionale alle Risorse agricole e alimentari, è riuscita a organizzare un evento informativo coinvolgendo una platea composta da una cinquantina di persone, tra le quali imprenditori, agricoltori e semplici curiosi.

«Per il momento ci occupiamo di commercializzazione, non abbiamo ancora una produzione sufficiente a soddisfare la richiesta. Questo dove ci troviamo è un campo sperimentale di due ettari, serve a certificare la resa di questa pianta. Che cresce praticamente ovunque», spiega Nicosia. Ma nonostante le poche richieste in termini di acqua, le ottime proprietà di arricchimento del terreno e l’alta resa, nell’ordine di «sei quintali di semi per uso alimentare e 700 quintali di biomassa per ettaro coltivato», come spiega Sardo – che è anche referente regionale di Assocanapa, l’associazione dei produttori a livello italiano – nel corso della conferenza, la difficoltà viene dal rispondere a una serie di controlli stringenti. Secondo la circolare del ministero delle Politiche agricole n.1 dell’08/05/2002 le autorità devono verificare almeno il 20 per cento delle piante per consentire l’accesso ai contributi europei Pac per l’agricoltura, e la media di principio attivo in queste non deve superare lo 0,2 per cento. Poi, una volta effettuato il raccolto, i semi devono essere acquistati e certificati. Limitazioni che frenano molti agricoltori, ma non i giovani di Sicilcanapa. Perché «coltivare un ettaro di canapa conviene comunque, costa circa 900 euro e il ricavo al netto dei costi è di almeno 800 euro», dice Sardo. Che, per dimostrare la validità – e la bontà – di quanto dichiarato, invita i presenti a una degustazione. Tutto, dalla pasta al pane, a base di farina di canapa, così come l’olio. Gli intervenuti apprezzano.

Oltre al settore alimentare, per il quale vengono usati i semi, capitolo a parte merita l’uso industriale della canapa: qui è l’intera pianta a venire impiegata, dalla fibra al canapulo. «Fino agli anni ’50 l’Italia era il secondo produttore mondiale, subito dopo la Russia, producendo la migliore varietà di canapa a fibra lunga, la Carmagnola», spiega Sardo. L’uso prediletto era quello in campo tessile, mentre oggi gli usi industriali più innovativi sono nel campo della bioedilizia automobilistico. «Dalla canapa si producono dei materiali compositi poco costosi, leggeri e resistenti: l’industria tedesca dell’auto se ne è accorta e Bmw, Mercedes, Audi la usano per realizzare i pannelli delle auto», spiega l’ingegner Gianluca Cicala, docente di Scienza e tecnologia dei materiali all’Università di Catania. Cicala sta attualmente portando avanti un progetto per l’introduzione di queste nuove tecniche anche in Italia. «Abbiamo un programma di collaborazione con Sicilcanapa e l’Università sta lavorando a un grande progetto con Adler, la maggiore azienda italiana del settore che produce i pannelli per le Fiat più vendute», conclude.

Tra gli intervenuti anche Paolo Bernini, consigliere regionale del Movimento 5 stelle in dell’Emilia Romagna. «Tra poco presenteremo una legge per la coltivazione della canapa tessile», scrive sulla sua pagina Facebook il giovane consigliere grillino, che mostra una sua fotografia in mezzo alle piante dalle foglie a cinque punte. Un vero must di una riuscita giornata divulgativa che, assicura l’instancabile Giuseppe Sutera Sardo, «verrà ripetuta in tutte le province dell’isola, a cominciare da Catania».

[Foto di Emanuele Chinnici]

Leandro Perrotta

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