Canicattini, progetto di un mega-impianto fotovoltaico «Oltre mille piante da estirpare. Non tutela paesaggio»

Continua l’avanzata del fotovoltaico nelle campagne siciliane. Un mega impianto fotovoltaico di taglia industriale potrebbe sorgere a due chilometri dal centro abitato di Canicattini Bagni, in località Cavadonna, lungo la strada provinciale 14 Maremonti che collega Siracusa ai paesi dell’altopiano degli Iblei. Quasi 113 ettari di terreni tra Canicattini e il capoluogo aretuseo con destinazione agricola, industriale-artigianale o verde pubblico potrebbero dover fare posto a un impianto di oltre un milione di metri quadrati (esattamente 1.129.777) per una potenza installata di 67,421 MWp (mega watt di potenza massima). Al posto di prati, pascoli e alberi secolari, ci sarebbe una distesa di pannelli per un totale di 4.682 tracker (ogni tracker alloggia due filari con 20 moduli) con 187.280 moduli. Questo è il progetto presentato dalla società Lindo Srl, con sede a Roma, che ha richiesto alla Regione il provvedimento di valutazione di impatto ambientale (Via). All’istanza hanno già risposto con un fermo no i sindaci di entrambi i Comuni interessati.

«Un biglietto da visita negativo per un territorio in gran parte inserito nella Heritage List dell’Unesco, di cui Canicattini e il suo territorio rappresentano la porta degli Iblei», fa presente la sindaca Marilena Miceli. L’impianto produrrebbe energia da veicolare tramite un cavodotto di media tensione interrato e lungo circa dieci chilometri fino alla cabina di trasformazione – da media ad alta tensione – da realizzare in località Casa Sant’Alfano, in territorio di Noto. Il parere negativo della giunta e del consiglio comunale canicattinese è arrivato anche tenendo in considerazione che lungo quel tratto della Maremonti c’è il progetto di fare sorgere un Polo d’eccellenza Agroalimentare, già inserito nel programma dei lavori pubblici del triennio 2019-2021. Un’area di valore paesaggistico importante che verrebbe cancellata se dovesse andare in porto la realizzazione del mega-impianto industriale fotovoltaico «di puro interesse privato – rimarca l’ex primo cittadino e attuale presidente del Consiglio comunale Paolo Amenta – senza alcuna ricaduta economica sul territorio».

Il civico consesso, con voto unanime, ha approvato l’atto d’indirizzo con le osservazioni negative da inviare alla Regione. Oltre alle questioni urbanistiche, in prossimità del sito dove dovrebbe essere realizzato l’impianto fotovoltaico, l’assessorato regionale dei Beni culturali ha individuato un «tratto di paesaggio percettivo-panoramico» nella zona del Bivio Masseria Gozzo che, con la costruzione dell’opera, «sarebbe gravemente deturpato con nocumento e perdita dell’area censita come paesaggio naturale che, viceversa, va salvaguardata e tutelata», si legge nel documento. La morfologia del territorio dell’altopiano degli Iblei «sarebbe irrimediabilmente trasformata a discapito della collettività e del bene comune. Si modificherebbe la conformazione vegetale che maggiormente domina gli Iblei. L’installazione dell’impianto fotovoltaico – continua il parere – eliminerebbe centinaia di alberi d’ulivo secolari e di macchia mediterranea esistente». 

Stessi pareri sono stati espressi dalla giunta comunale di Siracusa che ritiene negativo l’impatto ambientale che l’impianto avrebbe non solo perché sarebbe visibile anche dalla città ma, soprattutto, perché comporterebbe l’estirpazione di circa 1.600 piante tra le quali carrubi e olivi. «È un intervento che non rispetta l’alto valore paesaggistico del sito in cui dovrebbe sorgere – dichiara l’assessora all’Urbanistica Giusy Genovesi – e non è coerente con i principi dell’istituendo Parco
nazionale degli Iblei
e neppure con la Carta dei comuni custodi della macchia mediterranea di cui
Siracusa è ente firmatario dal 2016». 

Marta Silvestre

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