Scoperto giro tangenti negli appalti pubblici Misure cautelari a funzionari e imprenditori

La squadra mobile di Palermo, nell’ambito dell’operazione Cuci e scuci, ha eseguito diverse misure cautelari, emesse dal Gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di imprenditori e di funzionari della pubblica amministrazione, che dovranno rispondere a vario titolo dei reati di corruzione, falso in atti pubblici e truffa aggravata ai danni dello Stato.

I provvedimenti sono gli esiti di un’articolata indagine, svolta dalla sezione Anticorruzioneche ha registrato uno stratificato sistema corruttivo, annidatosi nel settore degli appalti per opere pubbliche e che ha interessato un importante distretto ministeriale deputato a veicolare rilevanti fondi pubblici. L’input alle indagini lo ha fornito la denuncia di un imprenditore edile, che ha riferito di essersi imbattuto in una richiesta di tangenti da parte di alcuni dei funzionari pubblici, in servizio presso il provveditorato interregionale per le Opere Pubbliche di Palermo, oggi arrestati, nel corso della ristrutturazione edile di una scuola elementare nella provincia di Palermo.

Per la prima volta a Palermo, ma è anche una delle prime a livello nazionale, il provvedimento cautelare prevede la misura del divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per mesi 12 ( recentemente introdotta dalla cosiddetta legge spazzacorrotti Legge n. 3 del 2019) a carico di otto imprenditori. L’ambito investigativo toccato dall’indagine riguarda principalmente appalti pubblici finanziati con fondi del Ministero Infrastrutture e Trasporti (MIT) – in particolare per la cosiddetta edilizia scolastica – o di altri enti o Ministeri, stanziati per lavori di ordinaria o straordinaria manutenzione di immobili dello Stato, utilizzati per fini istituzionali o di pubblica utilità.

Le investigazioni condotte hanno carpito la consegna di molteplici tangenti il cui importo corrispondeva all’incirca al 2-3% dell’importo complessivo del finanziamento statale. Il modus illecito adottato consentiva all’imprenditore di recuperare l’importo della tangente, attraverso l’inserimento di voci di spese fittizie o maggiorate nei documenti contabili, predisposti dai funzionari infedeli, restando di fatto a carico dello Stato. Gli appalti pubblici in questione riguardano cinque scuole situate nelle province di Palermo, Enna e Catania, un immobile confiscato alla criminalità organizzata e destinato all’arma dei carabinieri per esigenze alloggiative del personale e un altro immobile a Capaci, destinato alla nuova stazione dei carabinieri della cittadina.

Redazione

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