«Non me ne vado in cerca di una poltrona, me ne sono andato rifiutando una poltrona. E questo lo voglio ribadire cento e cento volte». Fatali furono le elezioni amministrative a Catania per il rapporto tra Giancarlo Cancelleri e il Movimento 5 stelle, con il nisseno, grillino della primissima ora e primo candidato alla Regione siciliana sotto le insegne di Grillo e Casaleggio che annuncia l’addio «per saziare solo e soltanto la mia coerenza» dice e non per migrare verso altri lidi.
«Non c’è nessun livore, si tratta di una decisione che ho preso con molta tranquillità – spiega a MeridioNews – Non ho debiti elettorali con nessuno, l’ho fatto da uomo libero e fuori da ogni ruolo o candidatura. Il mio debito nei confronti del Movimento, se mai c’è stato, l’ho ripagato in questi anni col lavoro, facendolo diventare una realtà in Sicilia e al Sud: prima della nostra elezione all’Ars il Movimento da Roma in giù non esisteva. Al di là del buon lavoro che si è fatto in quel 2012, con la campagna elettorale, c’è stato tanto altro lavoro – continua l’ex sottosegretario – Dal finanziamento alla costruzione della Trazzera a Tremonzelli, ai tanti interventi che ci sono stati, all’essere stati eletti dicendo di volerci tagliare lo stipendio per poi farlo davvero, tanti ingredienti di una ricetta vincente».
E ancora: «Non ho cambiato partito quando non ero eletto, sono rimasto, pur non candidabile, al fianco di Nuccio Di Paola alle Regionali e ho fatto campagna per le Nazionali, ma di fronte a un appello che ho fatto, chiedendo di ragionare, di scegliere il candidato migliore per le elezioni a Catania, anche per trovare un’unità in questo fronte progressista, nessuno mi ha risposto. Nessuno tranne Enzo Bianco». Proprio il supporto all’ex sindaco, poi risultato incandidabile in virtù di una sentenza della Corte dei Conti è stato all’inizio della fine della storia tra Cancelleri e i Cinquestelle.
«Una volta pubblicata la foto con Enzo Bianco – racconta Cancelleri – gli insulti che mi sono piovuti addosso sono stati mirati, personali e sgradevoli. Questa cosa ha portato a una situazione insostenibile, con Bianco visto come il male assoluto e tutta un’altra serie di cose. Poi arriva la sentenza su Bianco, con la quale non si scherza, penso anche dal punto di vista umano, e cosa succede? Colpo di scena: Bianco con la lista Con Bianco per Catania va in coalizione con quelli che fino a un momento prima l’avevano denigrato».
In pratica quanto chiesto da Cancelleri due mesi prima, ma con un candidato diverso, quel Maurizio Caserta che l’ormai ex pentastellato considera un candidato debole sul piano politico. «Sono convinto che il professore Caserta sia una persona per bene – prosegue – ma dovendo fare una valutazione politica è un candidato debole. E dopo mesi e mesi di insulti alla mia persona e alla persona di Enzo Bianco ora sono tutti insieme appassionatamente, perché gli fa comodo avere i suoi voti in coalizione. Queste elezioni per loro sono solo un concorso pubblico per un posto da consigliere comunale». Un posto che a suo dire sarebbe stato offerto anche allo stesso Cancelleri. «Checché se ne dica, mi sono venuti a cercare per chiedere se mi volevano candidare e io ho risposto “no grazie”».
Dopo l’uscita di scena di Enzo Bianco, giunta la sentenza a spegnere gli entusiasmi della candidatura, si era vociferato che sarebbe potuto essere proprio Cancelleri, già ai ferri corti con il movimento, il candidato sostenuto dall’ex sindaco. «Onestamente non ci ho neanche pensato – dice il gelese – Ho dato dimostrazione plastica di saper rinunciare. Bianco ha fatto i suoi ragionamenti legittimi e non ce l’ho con lui, dopo tutti gli insulti ricevuti ho giurato a me stesso che indietro non sarei tornato. Ma ripeto, senza rancore e senza insultare a mia volta, non l’ho fatto con gli avversari, non lo faccio di certo con persone con cui ho condiviso un percorso».
E per quanto riguarda il futuro di Giancarlo Cancelleri? L’ex sottosegretario scarta a priori l’idea di fondare un partito come fatto da tanti suoi ex colleghi, da Di Maio a Giarrusso, ma non intende chiudere la porta alla politica. «Nel futuro c’è la mia famiglia, il matrimonio, l’idea di allargarla, poi se ci sarà la politica, che per me è e resta una grande passione, bene. In tanti mi hanno scritto, in tanti mi stanno cercando, ma non ho fretta. L’unica cosa certa è che a queste elezioni non mi candido, anche se significa rinunciare a una poltrona. Le proposte ci sono e voglio capire se ci sono gli spazi per lavorare in maniera serena, anche in veste di pensatore che può contribuire con le sue idee».
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