A Campofelice di Roccella il braccio di ferro tra maggioranza e presidente del Consiglio comunale Emanuele Sceusi «frenerebbe l’attività in Aula» mentre sullo sfondo rimangono da discutere provvedimenti urgenti come il piano regolatore generale e l’assestamento di bilancio, che dovrebbe avvenire entro il prossimo 30 novembre. A denunciarlo, il gruppo di minoranza secondo il quale i rapporti si sarebbero incrinati durante il consiglio comunale del 6 luglio scorso quando Sceusi, insieme ad altri consiglieri, hanno deciso di prendere le distanze dalla maggioranza, contestando «l’inefficienza amministrativa». Tra le note dolenti la mancanza di un assessore nella giunta municipale da circa dodici mesi, la questione sul servizio idrico e il mancato coinvolgimento della cittadinanza sulle azioni di democrazia partecipata.
«Alla base di ciò – ha commentato il presidente del consiglio comunale – non c’è un vero rapporto tra amministrazione e i cittadini di Campofelice di Roccella». La maggioranza, dal canto suo, ha deciso di presentare durante l’assemblea del 31 agosto, una mozione di revoca nei confronti di Sceusi, unico punto all’ordine del giorno. La stessa maggioranza, tuttavia, per un solo voto non è riuscita a trovare i numeri per farla approvare la mozione e ha invitato il presidente del consiglio comunale a dimettersi. Sempre secondo la minoranza, nel caso in cui non l’avesse fatto volontariamente, sarebbe stato «destituito con decisioni più forti». La situazione è precipitata nel mese di ottobre, quando i consiglieri di maggioranza, constatato che il presidente del Consiglio comunale non aveva presentato le dimissioni e contestando allo stesso di aver «imprecato contro il segretario comunale durante il consiglio», hanno deciso di abbandonare l’Aula.
Immediata la risposta di Sceusi, per il quale «il ruolo del presidente del Consiglio comunale impone terzietà. Questo atteggiamento, se da una parte sconsiglia posizioni di netta contrapposizione nei confronti dell’amministrazione, dall’altra parte non impone un atteggiamento supino, amichevole o, nelle peggiori delle ipotesi, connivente. Questo ruolo – ha aggiunto – svolge una ben più importante funzione, quella del controllo. Questo è il punto più dolente. Nel corso della mia vicenda politica ho notato delle storture, che mi hanno portato ad allontanarmi dalla maggioranza. Prescindendo dalla pochezza delle loro argomentazioni in risposta alle mie, mi chiedo – ha concluso – quali mire ostacolino la presenza di un organo di controllo non più amico».
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