Caltagirone: laurea-lampo e contestata

Venerdì pomeriggio, il Rettorato era letteralmente blindato. Eppure, il conferimento di una laurea honoris causa dovrebbe essere occasione di festeggiamenti e non di tensione.
Gli studenti temporaneamente occupanti hanno iniziato, poco dopo le 17, a contestare le personalità che, di volta in volta, facevano il loro ingresso al Palazzo Centrale.
L’aula magna, gremita di giornalisti ed illustri ospiti (compreso il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo), era quasi irraggiungibile, protetta da un manipolo di Carabinieri impegnati ad evitare che i non addetti ai lavori raggiungessero il luogo della cerimonia, che sarebbe cominciata soltanto alle 18, un’ora dopo.

Appurato che una laurea, in sé, non è momento di contestazione, c’è da chiedersi perché questa sia stata diversa. Il problema non era da ricercarsi nell’oggetto, bensì nel soggetto: Francesco Bellavista Caltagirone, imprenditore.
«A Catania si sfiora l’assurdo: la magistratura sequestra edifici che lui sta costruendo e l’Università gli dà una laurea», si scandalizza Pia Giulia Nucci, di CittàInsieme, poco prima di strappare, insieme a molte altre persone, la fotocopia della sua, di laurea, in segno di disappunto.
 
Dopo un brevissimo discorso di presentazione del Rettore e qualche momento di silenzio dedicato alle vittime dell’alluvione di Messina, la parola è andata al prof. Giuseppe Vecchio per una breve introduzione. Dalla laudatio del prof. Giuseppe Barone (amministrativista di Scienze politiche) a proposito dell’attività edilizia ed immobiliare di Caltagirone, abbiamo appreso che la svolta è datata 1994 «allorché acquisisce il controllo della Società dell’Acqua Pia Antica Marcia, la più antica e gloriosa impresa immobiliare italiana» che «oggi è il più importante gruppo privato sulla scena aeroportuale nazionale, essendo presente negli scali di Milano Malpensa, Milano Linate, Venezia, Bologna, Roma Ciampino e Catania».
E poi, alberghi e porti turistici, sodalizi quasi sempre riuscitissimi.
«Francesco Bellavista Caltagirone», prosegue la laudatio, «è un modello di cultura d’impresa da proporre ai nostri giovani universitari». I quali universitari, però, a giudicare dai cori che indirizzavano al Rettore e al laureando, non erano per nulla d’accordo.
 
La faccenda a cui si riferiscono i contestatori non è neanche troppo vecchia: era il marzo 2009 quando la Procura della Repubblica di Catania ha disposto il sequestro del complesso del “Mulino Santa Lucia”, di fronte al porto, dal 2005 nelle mani dell’Acqua Marcia. Undici indagati per lottizzazione abusiva a causa di quello che, come si legge nel sito della Società di Caltagirone, avrebbe dovuto essere «un centro direzionale e commerciale ospitante locali commerciali, sale riunioni, ristorante e locali adibiti ad uffici» e che oggi rimane inutilizzato ed inutilizzabile.
 
Poco più di mezz’ora dopo l’inizio della cerimonia, Caltagirone inizia la sua lectio doctoralis e, distaccandosi brevemente dal testo previsto, accenna proprio a questa spiacevole vicenda: «L’azienda non è abituata a trovarsi in situazioni simili», afferma «però credo nell’autorità giudiziaria e ho la certezza che la questione si risolverà al più presto».
Applauso della platea, non si sa se per l’autorità giudiziaria o per le questioni che si risolvono rapidamente. Alle 19:20 la cerimonia si era conclusa. Anche la laurea, in fondo, è una questione che si risolve rapidamente.

Luisa Santangelo

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