Calcio, la lunga settimana di Pietro Lo Monaco  Dalla vicenda stadio alla polemica col Siracusa

Lo stadio Massimino, il derby Akragas-Siracusa disputato al De Simone, la Sicula Leonzio, la querelle col Comune di Catania. Sono soltanto alcune delle situazioni legate a doppio filo all’amministratore delegato del Catania Pietro Lo Monaco. Personaggio sicuramente vulcanico e che spesso sa fare parlare di sé e della società che rappresenta. Nel bene e nel male. 

L’ultima questione sollevata dal dirigente etneo, in ordine di tempo, è quella legata al Siracusa, reduce dal derby vinto con l’Akragas che si sarebbe dovuto giocare all’Esseneto e che invece si è disputato al De Simone, per la mancata deroga allo stadio agrigentino. «Un altro problema – tuona – che consente al Siracusa di disputare quattro gare di fila in casa. Così si falsa il campionato». Dichiarazioni che non hanno lasciato indifferente il presidente degli aretusei Gaetano Cutrufo: «Trovo le dichiarazioni assolutamente incomprensibili. Pensare che giocare al De Simone la gara Akragas-Siracusa possa falsare il campionato appare grottesco e risibile – replica -. Dove e quando il campionato sia falsato non si comprende. Lo Monaco non si preoccupi di quel puntino con la maglia azzurra che vede accanto a sé in classifica». 

Un episodio simile a quello di Akragas-Siracusa giocato a campo invertito si era però già verificato in Coppa Italia: all’epoca fu proprio il Catania che ospitò al Massimino la gara che si sarebbe dovuta giocare all’Esseneto. Non una novità assoluta, dunque.

Altra vicenda che ha visto la reazione veemente Lo Monaco è stata senza dubbio la questione stadio. Qui il braccio di ferro è con il Comune di Catania che già prima della partita contro la Fidelis Andria aveva fatto trovare alla società lo stadio Massimino chiuso. Il nodo della questione sarebbe la mancata firma del documento di assunzione di responsabilità che il Catania non ha sottoscritto da inizio campionato. Cosa che il Comune non accetta e per la quale Lo Monaco ha dovuto mostrare i muscoli ribadendo che «il Catania non firma perché al Catania i piedi in faccia non li mette nessuno». 

In tal senso va ricordato che il rapporto tra club e Comune è sempre stato regolato da un affidamento pluriennale, fatta eccezione per gli ultimi quattro anni in cui questo è stato sostituito da una concessione in uso, cosa che, per bocca dello stesso Lo Monaco, non ha mai agevolato la società. «L’importo fissato fino allo scorso anno per l’affitto dell’impianto, ammontante a 10mila euro per evento, ha rappresentato una condizione evidentemente troppo onerosa per il Calcio Catania: si tratta di una tariffa unica in Italia. Il Comune di Catania, inoltre, avrebbe dovuto effettuare la manutenzione del manto erboso e di tutto il resto, consegnando per quella cifra uno stadio pronto all’uso sotto ogni punto di vista come la pulizia degli ascensori, degli spalti, dei locali e dei servizi igienici, efficienza del tabellone e dell’impianto di amplificazione». Il pesante affitto, però, non è bastato a potere usufruire di uno stadio che potesse soddisfare le aspettative del club: «Contrariamente a tutto ciò – conclude Lo Monaco – oltre a pagare 250mila euro per l’affitto del campo il Catania è stato costretto a sobbarcarsi la manutenzione del manto erboso e tutte le altre spese». 

Alla situazione relativa allo stadio, tra l’altro, si aggiunge anche la questione Sicula Leonzio, con la società bianconera che afferma, tramite il presidente Giuseppe Leonardi, di aver ricevuto il nulla osta da parte del Catania a poter usufruire dello stadio Massimino dopo che la Lega non ha concesso alcuna deroga per l’utilizzo dello stadio Angelino Nobile, nonostante i lavori andati avanti per tutta l’estate. Disponibilità che però non ha trovato d’accordo il Comune: «Con sorpresa abbiamo appreso a mezzo stampa che il Catania ha dato il nulla osta alla Leonzio Calcio per disputare le partire allo stadio Massimino – ha scritto in una nota Palazzo degli Elefanti -. Il sindaco, però, non ha alcuna intenzione di con dare tale disponibilità, sia perché il manto erboso potrebbe avere seri problemi dalla disputa di maggiori gare sia soprattutto perché il Massimino è la casa del Calcio Catania».

Luca Di Noto

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