Calcio Catania, un palermitano a capo del club Micena amministratore, Rantuccio sullo sfondo?

Dopo quattro mesi Carmelo Milazzo lascia il posto di amministratore unico del Calcio Catania. Il suo mandato da dirigente del club «era scaduto», ricorda l’assemblea dei soci attraverso una nota. Il successore scelto è Nicolò Micena, nome forse sconosciuto al pubblico di fede rossazzurra, ma che rientra tra gli uomini di riferimento di Antonino Pulvirenti. L’ex presidente del club etneo è anche il proprietario di Finaria, società che controlla il Catania e altre aziende. Come l’ex compagnia aerea Wind JetPlatinum Hotels & Resorts, che gestisce il centro sportivo di Torre del Grifo. Società a loro volta affidate ad amministratori legati alla proprietà – e cioè a Pulvirenti – dal vincolo di fiducia. Un intricato reticolo di nomi e sigle, dove però si ritrovano spesso gli stessi protagonisti.

Carmelo Milazzo viene promosso ad amministratore unico dopo lo scoppio dello scandalo delle partite combinate che porta all’arresto di Pulvirenti. Dalla confessione alle dimissioni da presidente del Calcio Catania, il passo è breve. L’intero consiglio di amministrazione lo segue, andando via e incaricando Milazzo. L’urgenza è quella di firmare – ormai fuori tempo – l’iscrizione al campionato e il pagamento di alcune tasse. Ritardi che potrebbero costare alla squadra altri due punti di penalità. Oltre ai nove inflitti dalla giustizia sportiva per le combine. La carica di amministratore unico raccoglie su di sé tutti i rischi civili e penali della gestione del club, sgravandone la proprietà. Che resta però la sola a poter cambiare l’uomo al comando. 

Un compito non semplice. Considerato anche che il Calcio Catania ha un debito milionario da saldare col credito sportivo. Di recente ha licenziato 17 dipendenti e motivato la scelta con la previsione di perdite per milioni di euro dovute alla retrocessione – avvenuta in due anni – dalla serie A fino alla Lega Pro. A rispondere di tutto quel che riguarda il club sarà da adesso Nicolò Micena. Palermitano, 61enne, ha già fatto carriera come amministratore delegato nella Platinum hotels & resorts. La società che per conto di Finaria gestisce – oltre agli hotel taorminesi Atlantis Bay e Mazzarò Sea Palace – anche Torre del Grifo Village. Una scelta, quella di Micena, che non sembra affatto spezzare il legame tra la società rossazzurra e la struttura di Mascalucia, da molti considerata uno dei principali ostacoli all’eventuale cessione del Calcio Catania. 

«Responsabile del centro sportivo Torre del Grifo Village», secondo quanto scrivono i magistrati che si occupano dell’indagine I treni del gol, risulta essere Stefano Rantuccio, già amministratore della compagnia aerea Wind Jet spa. Sempre secondo i magistrati, Rantuccio «si sarebbe occupato della consegna del denaro» per le partite truccate. Ma il suo nome risulta estraneo all’inchiesta sulle combine. Tuttavia, a luglio, Rantuccio ha ricevuto un avviso di garanzia per bancarotta fraudolenta per il tracollo di Wind Jet. Una circostanza che potrebbe aver portato a scartare il suo nome – già circolato a giugno, all’inizio della riorganizzazione del club – dal novero dei possibili candidati alla successione di Milazzo. Ma che, secondo voci interne, non impedisce che i suoi consigli informali siano tuttora tenuti in considerazione dopo le dimissioni di Pulvirenti.

Marco Di Mauro

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