Calcio Catania, ritorno al futuro Inno intempestivo alla moviola

Era ora: arriva, finalmente, 
la moviola sui campi di calcio. Che bello. Sono anni che mi batto, inascoltato, per una giustizia calcistica più giusta, per arbitraggi meno arbitrari, per un calcio – come avremmo detto pochi anni fa – con meno trucchi e più Mascara. Sono contento del risultato. Nonostante l’imbarazzante compagnia di Aldo Biscardi.

Certo,
potevano pensarci un po’ prima. Quanti arbitraggi scandalosi, quanti fischietti forti coi deboli e deboli coi forti, quanti campionati scritti a tavolino ci saremmo risparmiati? Se avessimo avuto la moviola in campo, per esempio, non sarebbe mai successo che un Catania-Juventus (partita finita sul campo per uno a zero in nostro favore, con gol regolare di Bergessio e rete giustamente annullata per fuorigioco allo juventino Vidal) fosse invece registrato dai tabellini – incredibile ruberia – come una vittoria dei bianconeri. Perché il gol di Bergessio – ricordate? – fu annullato dopo le pressioni della panchina bianconera sul pavido guardalinee. Mentre quello di Vidal venne dato per buono dalla compiacente terna arbitrale. 

Per non dire della 
partita con l’Inter – ricordate anche quella? – vinta dai nerazzurri con un gol di Cambiasso in netto fuorigioco e arbitrata da signor Farina di Novi Ligure. Diretta in modo talmente ossequioso verso la squadra più blasonata e – per chiamare le cose col proprio nome – in modo talmente ridicolo che il pubblico del Massimino, invece di arrabbiarsi, si mise ad applaudire sarcasticamente l’arbitro stesso, infliggendogli la più indimenticabile delle male cumpasse. Sarebbe stato possibile, ditemi voi, con la moviola in campo?

Lo so, lo so: la notizia non piacerà a tutti. Certo non la gradiranno gli juventini, che sono abituati a vincer scudetti coi buoni uffici di Luciano Moggi, e che addirittura si arrabbiano se certe ruberie vengono punite con la retrocessione a tavolino. Ma a me, come potrebbe non piacere? Io ho il privilegio di
tifare per il Catania. E nella storia della mia squadra non ci sono i Moggi, ma – semmai – presidenti come Massimino. Che la sua retrocessione a tavolino la subì, sì, all’inizio degli anni Novanta. Ma non per aver rubato, bensì per l’unica colpa non sedere al tavolo dei potenti del calcio. Gli arbitraggi passati alla storia, nella storia della mia squadra, sono quelli in cui ci hanno rubato qualcosa. E noi ce li appuntiamo al petto come una medaglia: chi ha dimenticato quel gol scandalosamente anulllato, contro il Milan, più di trent’anni fa, ad Aldo Cantarutti?

È
una bellissima storia di sport, quella della mia squadra: che ci permette di celebrare allo stesso modo campioni da serie A come Spinesi e cannonieri della serie C come Ciceri: perché i loro nomi, a prescindere dalla categoria in cui hanno militato, ci raccontano di un calcio giocato senza mai sporcarci le mani; perché chi ha scelto di tifare per il Catania è abituato a farlo sempre con la stessa passione: sia che si giochi nella massima serie, sia che si girino i campetti dell’Eccellenza.

È una storia, la nostra, che comincia in un tempo lontano – con un presidente, innamorato del pallone, che andava in piroscafo fino a Malta a comprare le magliette ai giocatori – e che si è sempre sviluppata fuori, e spesso contro, il calcio dei potenti e dei maneggioni. Sì, sono proprio contento: con la moviola in campo vedremo un calcio migliore, un calcio più pulito. E io, che tifo per il Catania, non posso che esserne contento. Quasi quasi mi vien da cantare. Perfino se mi toccasse farlo con questa canzone.

Ah, no, scusate, pare che io mi sia sbagliato. Non so cosa sia successo. Forse, nei festeggiamenti di fine anno, ho inavvertitamente rivoltato il calendario all’indietro. E così, anziché scivolare nel 2016, sono
risalito, senza accorgermene, al 2014. Quando ancora non erano partiti I treni del gol. Quando il concetto di intercettazione telefonica non era ancora collegabile ai colori rossazzurri. Quando ancora non avevamo perso l’innocenza del nostro tifo pulito e, in molti casi, perfino il piacere di andare allo stadio.

Scusatemi. Torno subito al 2016. 
Ieri abbiamo pareggiato zero a zero, sul campo della Fidelis Andria. E l’anno nuovo ci ha regalato la riduzione di un punto della pesante penalizzazione che ci trasciniamo dall’inizio di questa stagione. Continuiamo per il resto a sciropparci, senza molto gusto, questo triste e punitivo campionato di serie C.

Buon anno, in ogni caso. 
Ceterum censeo Pulvirentem esse pellendum.

Claudio Spagnolo

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