Calcio Catania, Pellegrino si presenta «Nonostante tutto, c’è voglia di costruire»

«La società è forte, solida e ha le idee chiare sul futuro. Se dovessimo retrocedere, pazienza, ma seguiranno altri dieci anni di serie A. Partiamo da questa certezza». Maurizio Pellegrino mette le cose in chiaro alla sua prima conferenza stampa da allenatore del Catania: non è qui per fare il traghettatore. La sconfitta interna col Torino ha lasciato strascichi pesanti. Molte partite nelle ultime settimane erano state definite alla vigilia determinanti, ma mai come stavolta si ha la sensazione di aver sbagliato strada all’ultimo crocevia per la salvezza. Il nuovo mister lo sa bene. «Ieri ho parlato con i giocatori – spiega Pellegrino -, ho trovato uno spogliatoio abbattuto e con problemi psicologici, ma ho anche avvertito segnali positivi ed è quello su cui bisogna puntare. Si può ancora cambiare». Il nuovo allenatore arriva insieme al direttore sportivo Giuseppe Bonanno che si trattiene solo pochi minuti. Sono sue le uniche parole a nome della società: «L’ennesimo cambio di stagione non è un ripiego, ma il tentativo di dare una scossa a tutto il sistema», afferma prima di lasciare spazio a Pellegrino. Il presidente Antonino Pulvirenti e il chiacchierato vice Pablo Cosentino non si vedono in sala stampa. Arriveranno più tardi nella sede di Torre del Grifo. Nessuna concessione a microfoni e telecamere. Vanno dritti verso la panchina, dove parlano fitto mentre assistono all’allenamento.

Pulvirenti e Cosentino arrivano all’allenamento

Restano sei partite alla fine del campionato. «Troppe per essere definito un traghettatore, sono qui per fare l’allenatore a 360 gradi», si affretta a precisare il nuovo mister. Che non ha alcuna intenzione di essere ricordato come uno di passaggio sulla panchina della prima squadra. Una scelta che guarda già a un possibile prossimo campionato nella serie cadetta? «Sono domande a cui deve rispondere la società – replica – Io sono qui per indirizzare tutti alla massima professionalità». L’uomo che fino a ieri coordinava le squadre giovanili ammette di non aver dormito nelle ultime due notti. Da dove ripartire? Con qualche schema e quali uomini? La sensazione è che il modulo possa rimanere il tradizionale 4-3-3. «E’ un’idea – spiega Pellegrino –, ma la differenza la farà la maniera di interpretarlo». «Certezze» è la parola d’ordine che torna più volte nella conferenza stampa. «So che la classifica imporrebbe il silenzio – afferma – ma il mio obiettivo è dare punti fermi tecnico-tattici. A fine anno il presidente analizzerà gli errori commessi e ne farà tesoro, perché nonostante tutto qui si respira voglia di costruire». Il mister non si lascia scappare occasione per difendere la società. Un concetto rafforzato da un ultimo aneddoto. «Un lunedì, all’indomani di una pesante sconfitta – racconta – il presidente mi ha chiamato per chiedermi cosa poteva essere utile al fine di migliorare il settore giovanile. Lì ho capito cosa significa senso di appartenenza al Catania ed è quello che vorrei trasmettere ai giocatori».

Il primo allenamento guidato da Pellegrino
Salvo Catalano

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