È un fiume in piena come sempre Cristiano Lucarelli. L’allenatore del Catania ha rotto il silenzio che durava dalla disastrosa trasferta di Monopoli, presentandosi questo pomeriggio in sala stampa e facendo chiarezza su ciò che è successo, con l’attenzione però già ben focalizzata sul prossimo incontro, al Massimino col Siracusa. «Sono sereno, tranquillo e carico più che mai – esordisce il mister – mi sento un kamikaze. Si riparte con più forza e certezze di prima. Sabato non sarà una questione di moduli, formazioni e schemi, ma credo sia una partita in cui bisogna rivendicare un po’ la nostra mascolinità. Devono emergere – precisa Lucarelli – qualità che dopo la sconfitta di Monopoli devono avere la priorità su qualsiasi discorso di natura tecnica e tattica».
Il Siracusa, quarto in classifica a sette punti di distanza dal Catania, è avversaria di grande valore, come riconosce lo stesso Lucarelli: «Sabato ci sarà da soffrire. Bianco (l’allenatore degli aretusei, ndr) ha detto di avere una 500 rispetto a me che guido una Ferrari. Questo – precisa il tecnico – non è vero: se io ho una Ferrari, allora lui possiede una Porsche: il Siracusa è squadra che lo scorso anno ha finito la stagione al quarto posto, con Bianco che ha ereditato lo stesso impianto di gioco al quale sono stati aggiunte alternative di lusso». Poi un riferimento a «Sandomenico e De Vito, che hanno giocato pochissimo nella prima parte di stagione con gli azzurri, e sono andati a fare i titolari in altre squadre di vertice. Detto ciò, sabato c’è da vincere: senza se e senza ma».
Inevitabile, poi, ritornare sulle dichiarazioni polemiche che hanno caratterizzato il turbolento post partita di Catania-Cosenza, quando aveva precisato che se qualcuno non avesse retto alla tensione della partita poteva passare il tempo al Bingo. «Mi scuso se ho urtato la suscettibilità di qualcuno – ribadisce il tecnico degli etnei – dal mio punto di vista le intenzioni erano chiare. Da allenatore con un certo carisma e che ama la squadra ho cercato argomenti che potessero togliere l’attenzione dai calciatori». Per lui, precisa con forza Lucarelli, «è importante mettere i giocatori nelle condizioni di andare in campo tranquilli, a costo di rendermi antipatico. Mi sembrava normale e doveroso fare ciò che ho fatto. Sono persona perbene, onesta e sincera – prosegue il mister – se qualcuno si è sentito toccato non ho alcun problema a chiedere scusa. Anche dopo Monopoli mi sono scusato: sono un generoso, voglio sempre metterci la faccia. È il mio carattere, a volte crea problemi, altre volte porta a vantaggi».
Infine, uno sguardo sul campionato: la corsa al Lecce sembra potersi riaprire dopo la sconfitta a sorpresa dei salentini in casa contro la Juve Stabia. «Abbiamo una certezza – precisa Lucarelli – che se dovessimo vincere tutte le partite che rimangono, al 99 per cento saremmo in B direttamente. Prepareremo una partita alla volta, cercando di ottenere il massimo da ogni sfida. Non possiamo perdere tempo a litigare tra di noi». Del resto, conclude l’allenatore, «abbiamo cose più urgenti a cui pensare. Voglio la Serie B ancora più dei tifosi: non ho altre distrazioni, lavoro e sudo tutto il giorno per riportare il Catania dove merita di stare. Faccio l’eremita per scelta, vivo in uno stanzino a Torre del Grifo, dedicandomi soltanto al lavoro. Alla fine faremo i conti: nessuno sottovaluta nulla e non faremo mai un passo indietro nella lotta per l’obiettivo finale».
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