Un salvataggio che continua a fare discutere. Sembra essere quasi scontato nella storia recente del Calcio Catania: ultimo atto, le polemiche seguite all’esclusiva di MeridioNews sulla presenza di Mariano Izco, centrocampista e capitano del club rossazzurro, come socio in Sport Group srl, società collegata a Sigi spa, fresca proprietaria della squadra etnea. E le polemiche non riguardano solo l’opportunità del doppio ruolo del calciatore argentino, caso più unico che raro nella storia del calcio italiano. A fare discutere i tifosi è stato l’immediato accostamento con la vicenda che ha portato all’addio dell’ex capitano di origine fiorentina Marco Biagianti, avvenuto a settembre – due settimane dopo la firma di Izco con il club – non senza amarezza.
A volere chiarire è innanzitutto Salvo Ingrassia, il legale che ha curato la creazione di Sport Group srl. «La società nasceva con l’idea di affiancare e sostenere Enrico Massimino e Nico Le Mura nella gestione del Licata Calcio – spiega in una nota – I soci sottoscrittori dell’atto costitutivo sono stati quattro: Nicola Le Mura, Enrico Massimino, Giovanni Palma e Rosario Pappalardo». I primi due, appunto, già impegnati nel club agrigentino. Negli altri due casi, si tratta del titolare del gruppo di spedizioni Palma – che a inizio anno le cronache davano per interessato proprio al Calcio Catania con la partecipazione alla cordata poi diventata spa – e un consigliere comunale di Aci Sant’Antonio con partecipazioni in aziende di pubblicità etnee. A questi, si sarebbe dovuto aggiungere proprio l’avvocato Ingrassia.
Che però, spiega, per impegni professionali è costretto a declinare l’invito e propone un amico: Mariano Izco, a cui «Enrico Massimino cede parte delle sue quote societarie». Oggi un capitale sociale di diecimila euro distribuiti tra cinque soci con quote di duemila euro ciascuno. «La Sport Group srl nel frattempo si interessa alle vicende del Calcio Catania – continua Ingrassia – e decide pertanto di partecipare attivamente alla salvezza della matricola 11700, contribuendo in maniera sostanziosa all’acquisizione da parte della Sigi delle quote della Calcio Catania spa». A questo punto della storia le date diventano importanti perché tutto accade in tempi molto stretti. La Sport investment group Italia spa (Sigi) viene costituita il 20 maggio 2020. La Sport group srl quasi un mese dopo, il 26 giugno. Il 23 luglio Sigi acquista ufficialmente il Calcio Catania. Nei documenti consultabili in camera di commercio, relativi alla Sport group, l’unica variazione relativa a soci e quote è di poco successiva: il 4 agosto. E così Izco, che sarebbe partito per aiutare il Licata, si sarebbe ritrovato a salvare la sua ex squadra, diventata di nuovo attuale un mese dopo.
«Che poi si voglia da parte di alcuni sostenere e affermare che Mariano Izco sia tornato a fare il calciatore del Catania in sostituzione di Marco Biagianti non penso sia corretto e veritiero», sottolinea Ingrassia. Eppure, a settembre, era stato proprio Vincenzo Guerini, direttore dell’area tecnica del Catania, a dichiarare alla trasmissione Catanista: «Eravamo davanti a una scelta tra Izco e Biagianti. D’accordo con l’allenatore, abbiamo optato, semplicemente per una scelta tecnica». Un paragone che nasce spontaneo dal ruolo – entrambi centrocampisti – e dall’età: 37 anni Izco, 36 Biagianti. E che aveva lasciato interdetti i tifosi, guardando alle 88 partite – di cui 75 da titolare – giocate dal fiorentino nelle ultime tre stagioni contro le 18 – 4 da titolare – del collega argentino, seppure in serie A e in serie B.
Mariano Izco – già capitano del club rossazzuro nel 2013 in sostituzione proprio di Biagianti, in quel periodo al Livorno – è tornato al Catania dopo sei anni, firmando il 9 settembre un contratto annuale. Due settimane dopo, in una conferenza stampa, Biagianti annuncia il suo addio al club, raccontando di mesi fatti di progetti che lo vedevano coinvolto ma raffreddatisi in maniera repentina e inspiegabile. «Dopo aver letto la notizia dell’acquisto di due nuovi centrocampisti ho preso il telefono e ho chiamato Maurizio (Pellegrino, direttore generale del Catania, ndr), chiedendogli ancora una volta, con forza, quale fosse il mio futuro – diceva l’ex capitano – Poi altri giorni di vuoto, e una dichiarazione abbastanza chiara: ‘Va salvata la storia del Catania e non quelle personali“».
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