«Non lo vedrò nemmeno in tv. Ho dato. Non c’entro più nulla». È la prima risposta di Pietro Lo Monaco alla domanda sul derby siciliano di Lega Pro che, domenica prossima, metterà l’una di fronte all’altra Messina e Catania. Due squadre che il dirigente sportivo – nato 61 anni fa a Torre Annunziata, in provincia di Napoli – conosce bene. È stato il direttore generale del club rossazzurro – che in due anni ha contribuito a portare dalla serie B alla serie A, poi a mantenere nel massimo campionato – e dopo il divorzio con Antonino Pulvirenti, ha acquistato la società giallorossa, di cui in seguito è diventato presidente. Una figura che entrambe le tifoserie ricordano.
«Non mi interessa proprio – ripete a MeridioNews riguardo al derby siciliano, che tornerà allo stadio San Filippo dopo otto anni ma probabilmente senza i tifosi rossazzurri – Non so neppure che calciatori giochino nelle due squadre. Non ho seguito più nulla». Ma andando oltre la reazione a caldo – sebbene entrambe le esperienze siano terminate in modo burrascoso – un legame almeno affettivo con i due club pare sia rimasto. «Sono contento che le cose vadano bene al Messina – che è imbattuto in casa, e tiene a specificare – L’ho preso dai dilettanti e l’ho mantenuto tra i professionisti», pure grazie al ripescaggio chiesto e ottenuto la scorsa estate. Sul campo i giallorossi erano stati retrocessi in serie D dopo lo spareggio perso nel doppio confronto con la Reggina, terminato in rissa tra le due tifoserie (guarda il video). E seguito da sanzioni record.
«Auguro ad entrambe le squadre le migliori fortune». In classifica il Catania sarebbe terzo, alle spalle del Messina. Ma ai 18 punti ottenuti sul campo vanno sottratti gli undici tolti dalla giustizia sportiva – nove per lo scandalo combine e poi altri due per ritardi nel pagamento di alcune scadenze – che hanno riportato i rossazzurri in zona retrocessione. «È difficile risalire la classifica con un handicap del genere – dice Lo Monaco, a freddo – Ma il Catania è la formazione più forte del girone, ha calciatori importanti e un allenatore quadrato». Pensare in grande non sarebbe impossibile. «Rincorrere non è mai facile e i momenti no arrivano, ma con un po’ di costanza e fortuna – sostiene Lo Monaco, che ha ricevuto un avviso di garanzia nell’inchiesta I treni del gol – se riuscisse ad agganciare la zona play-off potrebbe giocarsi la promozione in serie B contro qualunque altra squadra».
Un altro fattore che potrebbe spingere in alto il Catania «è l’encomiabile pubblico catanese, che anche in Lega Pro non ha mai lasciato sola la propria squadra – dice l’ex direttore generale, che da presidente del Messina aveva più volte lamentato la scarsa presenza allo stadio dei tifosi giallorossi – Meritano di riappropriarsi del territorio che è stato loro negli ultimi dieci anni». Tra i circa undicimila presenti anche nell’ultima sfida di campionato – il derby pareggiato 1 a 1 con l’Akragas – non sono mancate prese di posizione contro l’ex presidente Antonino Pulvirenti, protagonista dello scandalo combine a cui sono seguite retrocessione in Lega Pro e penalizzazioni. A ogni appuntamento al Massimino la curva Nord non dimentica mai di indirizzare all’attuale proprietario del club cori di inequivocabile contestazione.
Dopo undici anni di collaborazione – all’interno della dirigenza dell’Acireale prima e del Calcio Catania poi – Lo Monaco e Pulvirenti non si sono lasciati bene. «Il Catania era un impero fino a tre anni fa, poi è successo di tutto e di più». La società – che dopo lo scandalo combine ha motivato il licenziamento di dieci dipendenti con una perdita di diversi milioni di euro – è stata messa in vendita a luglio, e due compratori si sarebbero già fatti avanti per sondare la reale volontà di Pulvirenti di cedere le quote. «Il Messina aveva una situazione debitoria normale, non ha mai avuto un solo punto di penalizzazione e io l’ho venduto a zero lire – conclude Pietro Lo Monaco – In Lega Pro è già una fortuna trovare un compratore serio che si faccia avanti».
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