Calcio Catania, il comitato costituisce la S.i.g.i. spa Incerti i contorni del concordato preventivo in bianco

La Sport Investment Group Italia spa (per gli amici, S.i.g.i.) è pronta. Come annunciato la settimana scorsa, questa mattina davanti al notaio Giuseppe Balestrazzi, il comitato che da settimane si propone per acquistare il Calcio Catania si è dato la forma che molti aspettavano da tempo. Per il pomeriggio è prevista l‘iscrizione al registro delle imprese che ne sancirebbe la reale esistenza e operatività. Al momento, il capitale sociale è 55mila euro, con l’impegno di portarlo a 5 milioni qualora le trattative di acquisto vadano in porto. A fronte dei 63 milioni di bilancio aggregato degli undici soci tra professionisti, imprenditori e gruppi imprenditoriali.

Una notizia che però rischia di passare in secondo piano rispetto a un’indiscrezione che circola da giorni: la possibilità che il Catania presenti al tribunale una propria richiesta di concordato preventivo in bianco (uno strumento per aziende in crisi che hanno bisogno di tempo per evitare il fallimento), staccandosi dalle vicende della casa madre Finaria (socio di maggioranza, con Meridi in minoranza) e dalla richiesta di fallimento avanzata dalla procura etnea. Un’ipotesi che prolungherebbe la vita del Calcio Catania e, soprattutto, del suo titolo sportivo. Ma che risulta, al momento, ancora in divenire. E a essere incerti potrebbero essere non sono gli scenari, ma gli stessi protagonisti.

Affinché il Calcio Catania possa pensare al concordato preventivo in bianco servirebbe che quest’idea sia sostenuta dai soci – Finaria e Meridi – o che la richiesta sia legata a una proposta d’acquisto. Oppure ancora, che la società dimostri la sua forza contrattuale in una trattativa: ipotesi che però da più parti appare remota, considerata la situazione debitoria del Catania. E proprio i debiti portano a non avere certezze anche sulla possibilità che il concordato venga legato alla proposta dell’ex comitato, adesso spa. I ritmi sono serrati, l’offerta dei papabili acquirenti non dovrebbe farsi attendere troppo e pare sia già stata sondata la possibilità di affrontare il nodo rateizzazione dei debiti. Ma il comitato non sembra essere intenzionato a spendere per puro amore e non è detto che la proposta basti o piaccia a Finaria.

Una questione squisitamente economica, dove ogni parte in causa – com’è ovvio che sia – tira dal suo lato: chi deve comprare fa notare quanti soldi andrebbero spesi per coprire i buchi della gestione precedente; chi deve vendere pone l’accento sulle potenzialità e sul senso di responsabilità. In questo caos, si paventano scenari come schegge impazzite: un altro offerente o l’attesa di averlo? La volontà di iscrivere autonomamente la squadra, ipotesi in passato immaginata dal presidente liquidatore Gianluca Astorina?

A giocare in mezzo potrebbe essere, ancora una volta, la procura di Catania. Saranno gli uffici di piazza Verga, infatti, i primi a visionare la proposta della nuova spa. Convincere i magistrati farebbe guadagnare tempo sul fronte della richiesta di fallimento. Oppure potrebbe battezzare benevolmente la richiesta di concordato del Catania, qualora sia effettivamente legata alla proposta della Sport Investment. In ogni caso diventerà una sponsorizzazione di peso nelle trattative. Solo dopo il documento finirà sul tavolo dei legali di Finaria e da lì, se tutto andrà bene, al tribunale che la sottoporrà ai commissari. Un lieto fine che sembra avere ancora diverse incognite. Lunedì 25, intanto, è previsto il primo atto, con la decisione del tribunale fallimentare sulla composizione del cda del Calcio Catania.

Claudia Campese

Giornalista Professionista dal 2011.

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