Calcio Catania, futuro rossazzurro appeso a un filo Salta trattativa coi maltesi e Tacopina attacca Sigi

L’appello disperato ai tifosi del Calcio Catania, il nuovo intervento a muso duro di Joe Tacopina verso Sigi, i dubbi sulla somma necessaria a scongiurare il fallimento del club etneo. Nelle ultime ore nell’ambiente rossazzurro non si parla d’altro. Una bomba esplosa a dieci giorni dallo scadere del termine perentorio per l’iscrizione al prossimo campionato di serie C e che adesso fa temere il peggio per le sorti della società.

Il grido d’allarme lanciato ieri da Sigi è chiaro e non lascia spazio ad alcuna immaginazione, perché il comunicato diramato dalla proprietà della società rossazzurra con cui si chiede sostegno ai tifosi dimostra che chi detiene il cento per cento delle quote del club non possiede la somma che ne garantirebbe la sopravvivenza. Non c’è oggi né ci sarà il 28 giugno e non bastano certo gli 85mila euro che ieri Sigi ha messo insieme in fretta e furia, per saldare i debiti legati alla chiusura delle transazioni raggiunte con alcuni creditori privati, ormai in attesa da troppo tempo.

Al Catania servono non meno di 2,5 milioni di euro e secondo la Lega Calcio potrebbero essere pure di più. La Sigi però riuscirà a coprire metà di quel che serve e, dopo averne preso coscienza, ha deciso di chiedere aiuto ufficialmente alla città. Una scelta che ha scatenato un fiume di polemiche e reazioni, a partire da quelle dei tifosi inferociti che si chiedono cosa sia cambiato dopo la promessa ripetuta più volte da Sigi, che aveva sempre ribadito che non avrebbe avuto problemi a iscrivere il Catania, anche contando sulle proprie forze.

La vera bomba però l’ha sganciata Joe Tacopina, che stamattina ha rilasciato nuove dichiarazioni al vetriolo verso la proprietà del Catania. «La richiesta fatta da Sigi, tramite post pubblicato sui social media – sottolinea l’avvocato italo-americano – chiedendo sostegno economico ai tifosi del Catania è tanto scioccante quanto rivelatrice. In questo post viene richiesto di versare del denaro in un conto corrente bancario sconosciuto, senza alcuna documentazione esplicativa di cosa si ottenga facendo tale versamento. Tutto ciò è ridicolo e incredibile, ma è esattamente il livello di poca professionalità con cui ho avuto a che fare da gennaio nel relazionarmi con Sigi».

Parole, quelle di Tacopina, che diventano incandescenti quando valuta l’operato di Sigi anche nei suoi confronti: «Questa situazione – aggiunge l’ex presidente del Venezia – mi rende anche molto arrabbiato, perché Sigi ha ingannato i tifosi, il tribunale dal quale l’anno scorso acquistò il Calcio Catania dichiarando di avere le capacità finanziarie per supportare il progetto, e ovviamente hanno ingannato me. Mi hanno ingannato promettendomi di ridurre il debito e concludere la transazione, prendendosi gioco di me in un modo che mai avevo provato in 11 anni in calcio italiano».

Un attacco frontale e un affondo che non lasciano spazio ad alcuna possibilità di ricucire il rapporto ormai incrinato da settimane tra la Sigi e Joe Tacopina, sul quale la nostra redazione ha interpellato anche il sindaco di Catania: «L’amministrazione comunale – commenta Salvo Pogliese – non può intervenire sulle trattative tra una Spa e imprenditori come Tacopina. Sono dinamiche che hanno colpito tutta la città e preferisco non esprimermi sulla polemica nata con lui. Però è chiaro che il Comune di Catania credesse molto in questa trattativa, immaginando anche un determinato percorso. Non so cosa sia realmente accaduto. Mi auguro – continua Pogliese – che si possa evitare ciò che ognuno di noi teme, salvando la matricola e la partecipazione del Catania al prossimo campionato di Lega Pro. Si tratta di una vera situazione d’emergenza e non possiamo fare finta di nulla».

La trattativa con Tacopina non è però l’unica a essere fallita, perché nei giorni scorsi è saltata anche quella con il famoso gruppo di investitori maltesi che sembravano pronti a investire sulla società rossazzurra. Anche in questo caso tutto si lega al pesante monte debitorio del Catania, poiché i maltesi avrebbero offerto 2,5 milioni di euro per rilevare il pacchetto di maggioranza del club, chiedendo però a Sigi di cancellare subito tutti i debiti. Una proposta assolutamente impraticabile naturalmente, per la quale non ci sono certo i tempi per assecondare una richiesta che già con Tacopina era stato impossibile ottemperare, malgrado l’avvocato italo-americano (oggi accostato sempre più insistentemente alla Spal) avesse preteso “solo” una riduzione parziale e non totale dei debiti per dare il là al closing.

Il 23 giugno ci sarà un nuovo incontro con gli ennesimi possibili investitori stranieri che pare abbiano messo gli occhi sul Catania, ma a quel punto mancherebbero solo cinque giorni allo scadere dei termini per l’iscrizione in serie C. Proprio per questo ieri Sigi ha deciso di muoversi con una richiesta apparsa insensata per le tempistiche e le modalità, ma che a quanto pare oggi sembra davvero l’unica strada percorribile per provare a scongiurare il fallimento della società rossazzurra.

Antonio Costa

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