«Abbiamo avviato i contatti con chi si occupa della trattativa per l’eventuale vendita del Calcio Catania». Stavolta l’aspirante compratore ha un volto e un nome definiti. È Claudio Luca, amministratore unico di Bacco, l’azienda di Bronte specializzata nella produzione di prodotti al pistacchio. E che pare intenzionata ad allargare i suoi orizzonti. La comunicazione arriva dopo che questa mattina, in un’intervista rilasciata in esclusiva al Corriere dello sport, l’amministratore delegato Pippo Bonanno ha dichiarato: «Confermo che non esiste una sola delle trattative di cui ho letto». E ai rossazzurri ne erano state attribuite tante: gli ultimi erano messicani, prima ancora svizzeri, argentini. Alla fine, la certezza arriva però dai brontesi.
Non c’è ancora nulla di definito. La prima email era stata inviata venerdì scorso ma, pare, all’indirizzo email sbagliato. Così è stata inoltrata di nuovo questa mattina. Di soldi non si parla, perché prima è necessario conoscere lo stato delle casse della società del patron Antonino Pulvirenti. Da Bacco, però, frenano gli entusiasmi. L’interesse c’è, ma più della solidità economica degli aspiranti acquirenti in questa fase a preoccupare è quella del club calcistico catanese. Con il bilancio del 2015 pubblicato poche settimane fa e il peso economico della struttura di Torre del grifo da tenere in considerazione. Lo studio legale Abramo, che si occupa della vendita su mandato del Calcio Catania, non ha ancora convocato Claudio Luca e i suoi consulenti per un incontro preliminare.
Dai brontesi, per il momento, non arrivano commenti. In attesa che venga fissata la data dell’appuntamento che servirà a gettare le basi per il futuro. Quel che è certo è che sarà fondamentale capire cosa si vuole vendere e cosa no. Nella nota diffusa alla stampa da Bacco si parla chiaramente delle «quote societarie della squadra di calcio fondata nel 1946, matricola 11700». Un numero, quest’ultimo, al quale i tifosi sono legatissimi. E per il quale per primo aveva lottato il presidentissimo Angelo Massimino. Una questione affettiva, che si mischia a quelle economiche e giuridiche che riguardano il futuro rossazzurro. Su cui pesano come un macigno lo scandalo combine dell’indagine I treni del gol, con un processo che stenta a partire, e l’inchiesta Icaro sul tracollo di Wind Jet. L’ennesimo pezzo dell’impero di Pulvirenti che rischia di crollare.
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