Calatafimi, la tradizione della ‘rinisca bollita’

La Sicilia è stata crocevia di popoli, civiltà e culture, una singolare combinazione di elementi storici, sociali, geografici, culturali che ne hanno generato una specifica identità. Ed è dentro queste radici storico-culturali che si celebra ogni anno un’antica tradizione popolare. Parliamo dell’usanza della “rinisca bollita”. Consuetudine che nella Tenuta dei “Feudi Lanza”, nel territorio del Comune di Calatafimi, in contrada Seifila, ogni anno, alla fine di settembre, riunisce intorno alla cottura della “pecora giovane” diverse generazioni che si confrontano nell’arte culinaria e nei canti del luogo. (a sinistra, un’immagine del Feudo dei Lanza, a Calatafimi, foto tratta da geosearch.it)

Sì perché cucinare la pecora “vugghiuta nto quadaruni” non è da tutti. L’occasione è data dai festeggiamenti di fine vendemmia. La tradizione vuole, infatti, che pastori, vendemmiatori e coltivatori si riuniscono intorno al tavolo per ringraziare la natura di ciò che ha regalato. Ma veniamo al vero segreto intorno all”arte del saper cucinare “a giusta cottura” la “rinisca”.

Tradizione vuole che in una “quarara” (pentola gigante) si aggiunga acqua in quantità fino alla temperatura di ebollizione. Da sottolineare che il fuoco, secondo tradizione, deve essere alimentato dai ceppi di vigna, estirpati nell’annata in corso. Successivamente si aggiungono limoni tagliati insieme ai pezzetti di pecora. Il tutto si lascia cucinare fino alla quasi cottura. E qui il trucco. Durante la fase di cottura per l’ebollizione l’acqua va aggiunta dopo averla purificato della cosiddetta schiuma della prima bollitura.

A seguire si aggiungono carote, sedano, patate, finocchio selvatico, sale, peperoncino fresco, rosmarino, salvia alloro, pepe e pomodoro fresco. Il tutto fino alla definitiva cottura. procedimento che comporta una cottura di almeno 3 ore. Una volta servita è una prelibatezza che va gustata con un ottimo vino rosso dei “Feudi Lanza”.

Colori, sapori, profumi contornati da sorrisi genuini e partecipazione sincera. Perché chi ama la tradizione e rispetta la natura trasmette gioia e piacere nello stare a tavola. Un’usanza sacra ancora nel Trapanese. ( a destra, un piatto di pecora bollita, fto tratta da tripadvisor.it)

Nella tenuta dei “Feudi Lanza”, un bellissimo casale di campagna anticamente abitato da allevatori e contadini del luogo ed oggi completamente ristrutturato, ogni domenica, a partire dall’autunno, ci si imbatte in vere ed autentiche prelibatezze. Si può degustare agnello, ricotta, zabbina ed altre specialità della terra e della locale zootecnia in un contorno splendido e incontaminato dove spiccano boschi e colline tagliate da torrenti d’acqua purissima. Un tuffo nella natura incontaminate e nel tempo senza tempo.

Giuseppe Messina

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