«Quanto c’è di illegale nei botti di fine anno? Quasi tutto». Ad ammetterlo non è una persona qualunque, una di quelle che odia l’eccesso di festeggiamenti per la notte di san Silvestro, bensì un tecnico che con i fuochi d’artificio ci lavora tutto l’anno. Si tratta di Agatino Cinardi, ingegnere della Vaccalluzzo, ditta catanese specializzata nella produzione di materiale pirotecnico. L’avvertimento, però, non riguarda i botti in sé quanto il contesto in cui vengono utilizzati che, nei casi peggiori, porta a conseguenze spiacevoli con incidenti a persone e cose. È proprio di oggi, in tal senso, la notizia dell’incidente in una fabbrica di fuochi d’artificio a Tultepec, in Messico, che ha causato decine di morti e feriti, oltre che un centinaio di dispersi.
Quella della pericolosità dei botti è una questione che, con l’avvicinarsi del 31 dicembre, torna d’attualità ogni anno anche in Italia. Nonostante negli ultimi anni il numero di feriti sia diminuito, è importante ricordare quali accorgimenti prendere prima di acquistarli. «Quando dico che a norma di legge l’uso di tanti fuochi è illegale, faccio riferimento al fatto che in molti casi l’accensione è riservata a personale con licenza di pubblica sicurezza – specifica Cinardi -. Si tratta in genere di quei fuochi che si manifestano a diversi metri d’altezza e la notte del 31 se ne vedono tanti».
Come si deve comportare chi vuole festeggiare in maniera sicura? «Una cosa che potrebbe sembrare banale ma che invece è importante – prosegue l’ingegnere – è il luogo in cui si acquistano i fuochi. Bisogna fare riferimento ai negozi che hanno la responsabilità sulla merce che rivendono. Se invece si compra da ambulanti improvvisati, il rischio di comprare merce difettosa o illegale è più alto». Altro aspetto da non sottovalutare è l’etichettatura, in assenza della quale il fuoco pirotecnico si può considerare proibito. «Non deve mai mancare e contiene tutte le informazioni necessarie per conoscere il prodotto – spiega l’esperto -. Un elemento fondamentale è la categoria in cui il botto è inserito».
A riguardo, al momento, esiste una duplice classificazione: quella che fa riferimento al decreto regio 665 del 1940 e quella che invece rimanda alla normativa europea e al noto marchio CE. Nel primo caso, i prodotti si dividono in quelli di quarta categoria che raggruppa materiale professionale, come bombe aeree cilindriche, razzi, e batterie, che può essere utilizzato soltanto da personale munito di licenza di polizia e in quelli di quinta categoria. In quest’ultimo gruppo, si distinguono diverse sottocategorie: la C che mette insieme i fuochi – come piccoli razzi e petardi – che possono essere venduti soltanto da negozi autorizzati a persone maggiorenni e dietro l’esibizione di un documento di riconoscimento, e quelli per cui è prevista la libera vendita anche negli esercizi commerciali non specializzati, come i supermercati. Si tratta delle sottocategorie D ed E.
Per quanto riguarda la normativa comunitaria, invece, troviamo differenze tra le categorie f1 ed f2. La prima raggruppa la merce che può essere venduta anche a ragazzi di età superiore a 14 anni, mentre per acquistare la seconda bisogna essere maggiorenni. In tutti i casi, la legge prevede la denuncia del possesso di materiale pirotecnico per quantitativi superiori ai cinque chilogrammi, mentre è impossibile possederne più di 25. Informazioni di certo utili, ma che non possono prescindere dalla prudenza e dalla necessaria accortezza nel seguire le indicazioni. «Se ci rivolgiamo a rivenditori autorizzati avremo la possibilità di ricevere tutti i consigli per evitare ogni tipo di inconveniente», conclude Cinardi.
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