Dalle parole ai fatti. L’Associazione italiana calciatori fa sul serio e ha deciso di proseguire lo stato di agitazione proclamando lo sciopero in occasione della prima giornata del campionato di serie C in programma in questo weekend. I motivi della protesta? Il parametro relativo al minutaggio giovani e, soprattutto, la presenza delle liste (in base al nuovo regolamento adottato in questa stagione in Lega Pro) che limitano a 22 i contratti professionistici per ogni società. Vincolo che il presidente del sindacato calciatori Umberto Calcagno ha definito una «limitazione contraria al concetto di valorizzazione e che abbassa inevitabilmente il livello tecnico del campionato». «La decisione – spiega – è la logica conseguenza della mancanza di risposte da parte della Lega Pro. Riteniamo di essere dalla parte del giusto. Questa nostra battaglia è per fare emergere la meritocrazia. Liste a 22? E’ l’aspetto più distorsivo. Speriamo ci possa essere in questi giorni un dialogo diverso con la Lega rispetto al passato. Se continuerà il muro contro muro, valuteremo. Al momento non ci sono vie d’uscita».
E’ in corso un vero e proprio braccio di ferro. Al tavolo, lo sfidante di Calcagno è il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, convinto dell’utilità della nuova normativa strutturata, secondo lui, per favorire il raggiungimento di due obiettivi importanti come il contenimento dei costi e la salvaguardia della sostenibilità economico-finanziaria dei club: «Sciopero? Un errore micidiale – ha dichiarato all’agenzia Italpress il numero uno della terza lega professionistica – senza volere alzare i toni della polemica voglio ricordare che il mondo è cambiato. Bisogna capire che c’è il rischio crac: tutto va ridiscusso, non possiamo fare riferimento alla situazione di un anno fa, al mondo pre-Covid, perché dalla fine dell’inverno le squadre non hanno incassi da botteghino e gli sponsor sono ai minimi. Capisco alcuni malumori, anche io non sono sereno, ma ho la consapevolezza di dovere affrontare questa difficile situazione uscendo dalla logica sindacale, facendo un ragionamento di sistema e ponendo il problema della sostenibilità altrimenti il giocattolo si rompe e i club vanno in default».
Chi la spunterà? In assenza di dialogo è difficile individuare allo stato attuale una soluzione condivisa ma la sensazione è che, anche in extremis, ci siano ancora i margini per trovare entro il weekend un punto di incontro e scongiurare lo sciopero. Sul fronte mercato, intanto, il Palermo sta per integrare l’attacco con due nuovi tasselli. Le new-entry sono il ventiseienne Mamadou Kanouté, in arrivo dal Catanzaro con cui la società rosanero ha colmato nelle ultime ore la distanza relativa alla modalità di pagamento (unico ostacolo presente in una trattativa già definita da un paio di giorni), e Nicola Rauti, punta classe 2000 che il sodalizio targato Hera Hora prenderà in prestito dal Torino.
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