LA MAGISTRATURA CONTABILE NON ” BOCCERA’ ” LA REGIONE. MA QUESTA VOLTA ANDRA’ PESANTE. E IMPORRA’ A GOVERNO E ARS CONDIZIONI PESANTI CHE DOVRANNO ESSERE RISPETTATE. ALLA LETTERA
‘Parifica’ del Bilancio regionale a rischio? Ormai è questione di qualche giorno. Poi i magistrati della Corte dei Conti daranno il proprio responso. Noi, qualche settimana fa, abbiamo azzardato: la ‘parifica’, anche per quest’anno, ci sarà: ma sarà un “sì” accompagnato da una serie di restrizioni che Governo e Ars saranno costretti a seguire. Altrimenti verranno mandati a casa. Per davvero.
Se c’è una parola per definire l’attuale politica siciliana, ebbene, questa è la maleducazione. Carenza di bon ton, scarso rispetto verso le istituzioni. Pensiamo alle polemiche sollevate dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, all’indomani di una sacrosanta impugnativa sulla Finanziaria 2014 operata dagli uffici del Commissario dello Stato.
Una polemica offensiva, dai toni offensivi. Non sul filo del Diritto, della legge di contabilità dello Stato, della dottrina. Nulla di tutto questo. Una polemica rozza e incolta. Pessima.
Un Governo regionale che, del resto, non si è smentito. E che ha presentato una terza manovra finanziaria dando per scontata la ‘parifica’ del Bilancio da parte della Corte dei Conti. A nostro avviso, non una leggerezza di chi dovrebbe fare un altro mestiere, ma un atto di scortesia verso la magistratura contabile. Quasi che la ‘parifica’ sia un atto dovuto!
Meno male che la presidenza dell’Ars ci ha messo una pezza. Ma ci chiediamo e chiediamo: negli uffici dell’assessorato all’Economia non ci sono più dirigenti in grado di capire ‘certe’ cose? Deve essere la presidenza del Parlamento dell’Isola a segnalare la buona creanza istituzionale?
Ma la scorrettezza continua. Sui giornali dei giorni scorsi si legge che Sala d’Ercole esaminerà la terza manovra finanziaria dopo il giudizio di ‘parifica’. Dando ancora una volta per scontata la stessa ‘parifica’. Con un Governo regionale quasi infastidito, perché deve sottostare a questa ‘inutile’ perdita di tempo…
Noi non sappiamo che cosa diranno i magistrati nel giudizio di ‘parifica’. Supponiamo che la ‘parifica’ ci sarà, perché se la ‘parifica’ non ci dovesse essere andrebbero a casa questo disastroso Governo Crocetta al gran completo e tutta l’Assemblea regionale siciliana.
A nostro avviso, sarebbe la cosa più giusta: tutti a casa, noi lo scriviamo da mesi. Ma abbiamo la sensazione che la Corte dei Conti per la Sicilia non si assumerà questa responsabilità. Ma abbiamo anche la quasi-certezza che, questa volta, i giudici contabili ‘andranno pesante’: molto più pesante che negli anni passati.
Non ci saranno soltanto parole, annotazioni, sottolineature e stigmatizzazioni: ci saranno anche prescrizioni. Che Governo e Ars – lo ribadiamo – dovranno osservare senza ‘sgarrare’ di un millimetro. Perché contrariamente a quanto pensavano certi stolti – che nell’odierna politica siciliana non mancano – l’Ufficio del Commissario dello Stato è vivo e vegeto.
La sceneggiata – in verità post datata e volgare – sull’Alta Corte per la Sicilia, riesumata dopo oltre sessant’anni dalla Corte Costituzionale non ha sortito alcun effetto. Il Commissario dello Stato c’è: ed è pronto a picchiare duro: pronto accomodo, se impugnerà la terza manovra finanziaria il presidente Crocetta se ne tornerà a Gela…
C’è da chiedersi: cosa diranno i giudici contabili tra qualche giorno? E quali saranno le prescrizioni?
Noi, in questa fase, possiamo solo provare a illustrare alcuni argomenti che saranno al centro della relazione della magistratura contabile.
Non dovrebbe mancare, a nostro avviso, un passaggio su quel grande scandalo che è stata l’informatizzazione della Regione siciliana. I milioni di euro ‘bruciati’ da Sicilia e Servizi. Ma anche gli enormi sprechi sulle banche dati giuridiche. Storie incredibili che coinvolgono personaggi di ‘grido’. Ma anche di dirigenti che, nel corso degli anni, hanno incassato un sacco di soldi.
Non dovrebbe mancare un passaggio sulla sanità siciliana. Dove continuano a succederne di tutti i colori. Pensiamo alla spesa farmaceutica: la più alta in Italia. Che fa arricchire pochi a scapito dei cittadini.
Ma la sanità siciliana è anche altro. A cominciare dall’incredibile storia dell‘Ismett, la ‘piattaforma trapiantologica’ trapiantata in Sicilia a 97 milioni di euro all’anno. Una cifra colossale. Per offrire che tipo di servizio? Con quali risultati? Verificati da chi?
Ovviamente, non c’è solo l’Ismett. C’è il San Raffaele Giglio di Cefalù. Il Rizzoli di Bagheria. Il Bambin Gesù. Quanto costano tutti questi centri messi assieme? E che risultati hanno dato? Da chi sono stati verificati?
Un altro ‘buco nero’ della sanità pubblica siciliana tenuto ben nascosto è rappresentato dalla crescita – che nessuno controlla, e che speriamo venga finalmente ‘illuminata’ quest’anno dalla Corte dei Conti – dei dirigenti amministrativi e tecnici delle Asp, delle Aziende ospedaliere e, in parte, anche dei Policlinici universitari.
Che rapporto c’è, in Sicilia, sotto il profilo numerico, tra i dirigenti medici da una parte e i dirigenti amministrativi e tecnici dall’altra parte? E vero che, negli ultimi cinque anni, il numero dei secondi – cioè dei dirigenti amministrativi e tecnici – è cresciuto rispetto al numero dei dirigenti medici?
Di più: è vero che la carenza di medici negli ospedali siciliani è, anche, la diretta conseguenza dell’aumento dei dirigenti amministrativi e tecnici nelle Asp, nelle Aziende ospedaliere e – benché in minima parte – nei Policlinici universitari?
Noi poniamo domande. Per caso la fallimentare – anzi, già fallita, a giudicare da quello che hanno scritto ieri sera i sindacati dei Dirigenti Medici siciliani – riorganizzazione della rete ospedaliera dell’assessore Lucia Borsellino è legata, anche, all’esplosione della dirigenza non medica? Da qualche parte i soldi si devono trovare. Così continuiamo s sbaraccare posti letto…
Non possiamo fare a meno di notare, poi, la singolare coincidenza: la Corte dei Conti che dirà la sua sul Bilancio regionale e i nuovi manager della sanità siciliana che si insedieranno l’1 luglio.
Segnaliamo la coincidenza perché abbiamo posto alcune domande su alcuni ‘fortunati-nominati’ circa la legittimità delle loro stesse nomine: domande alle quali non ci sembra siano state fornite risposte. Ci soffermiamo su questo punto perché ci risulta che siano stati confermati anche i soggetti gravati di dubbio.
Chissà cosa ne penseranno i magistrati della Corte dei Conti.
Dalla magistratura contabile ci aspettiamo anche affondi sull’indebitamento della Regione. Sui residui attivi, ovvero sui 4 miliardi di euro di crediti di dubbia, se non impossibile esigibilità che gravano come un macigno sul Bilancio della Regione. Sugli accantonamenti decisi unilateralmente da Roma. Nel silenzio di un Governo regionale prono alle logiche romane.
Il presidente Crocetta non ha ancora detto a cosa la Regione ha rinunciato per avere in cambio la metà dei soldi che il Governo Renzi ci ha scippato quest’anno. A noi siciliani, il signor Crocetta non ha detto nulla su quanto è costato l’accordo finanziario con Roma. Siamo certi che alla Corte dei Conti lo avrà rivelato.
Finalmente scopriremo se è vero che, in cambio di 550 milioni di euro sporchi maledetti e subito, la Regione avrebbe rinunciato – non sappiamo se a tutto o a parte – del contenzioso con lo Stato. E sarà, questo, il giudizio finale sull’attuale Governo dell’Isola.
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