Biglietti online, in Sicilia non si possono prenotare Sgarlata: «Colpa delle norme volutamente tortuose»

Cosa ha impedito alla Sicilia di dotarsi di una biglietteria digitale per i siti culturali? «Le stesse difficoltà che impediscono ormai da anni la soluzione di problemi semplici nei tanti rami dell’amministrazione regionale, un apparato elefantiaco guidato da una politica miope che si muove nella logica esclusiva della ricerca di un consenso immediato». Ecco perché la Regione Sicilia è rimasta nel 2017 tra le pochissime, in Italia e non solo, a non offrire ancora il servizio di ticketing online per Parchi archeologici, musei, siti culturali. L’atto di accusa arriva da Maria Rita Sgarlata, già assessore regionale ai Beni Culturali della giunta Crocetta per 507 giorni, autrice del libro edito da Edipuglia «L’eradicazione degli artropodi. La politica dei beni culturali in Sicilia». Un titolo che è già un programma. E che parte proprio dal primo atto firmato in qualità di assessore, un’autorizzazione, appunto, all’eradicazione degli artropodi nel sito di Tindari. 

Insomma, una disinfestazione contro le zecche. «Mai e poi mai – ammise Sgarlata alla presentazione del suo libro – avrei immaginato che, nei mesi a venire, questa sarebbe diventata la mia principale aspirazione: eradicare artropodi/politici dalle aree archeologiche, dai centri storici, dalle coste; sottrarre al loro controllo vampiresco quello che resta del passato della più grande isola del Mediterraneo». Sulla paradossale vicenda dei ticket online, Sgarlata ripercorre con Meridionews le difficoltà nel cercare di attivare il servizio. Ma «il primo ostacolo al servizio di ticketing online nei musei e aree archeologiche – ammette – è rappresentato dalla sovrapposizione di norme e disposizioni che hanno reso il percorso volutamente tortuoso». 

«Nel 2001 – racconta – in cinque siti siciliani avvengono le prime aggiudicazioni dei servizi aggiuntivi, ai quali spetterebbe, secondo contratto, la gestione del ticketing online. Nel 2005 una legge regionale impone al comma 22 che il servizio venga gestito “mediante la Fondazione Federico II di Palermo”, entrando in conflitto con i diritti acquisiti dai concessionari dei servizi aggiuntivi nei poli museali già aggiudicati (per la cronaca ricordiamoci i danni erariali alla Regione e la vicenda Novamusa). Nel 2010 viene siglata una convenzione, di poco peso amministrativo, tra dipartimento dei Beni Culturali e Fondazione Federico II che prevede una ripartizione dei compiti tra Sicilia e-Servizi, fornitrice di server, e Fondazione, fornitrice di personale per il call center. Il cortocircuito finale avviene negli anni successivi, quando si blocca l’avvio dei nuovi servizi aggiuntivi, la Fondazione rivendica la gestione dei ticketing senza averne gli strumenti e qualunque proposta alternativa viene interpretata come un attacco dal pianeta Marte all’inespugnabile fortezza della burocrazia regionale». 

Una vicenda ricapitolata, tra l’altro, proprio nel libro scritto da Sgarlata: «Ho dedicato alcune pagine a questa, come ad altre storie paradigmatiche dell’incapacità gestionale della Regione Siciliana. Allo stato dei fatti, la strada del ticketing online nei poli museali privi di servizi aggiuntivi, secondo l’attuale quadro normativo, è impraticabile per la paralisi che da anni Sicilia e-Servizi impone a tutti i servizi informatici dei diversi assessorati, per non parlare del ritardo comunque accumulato dai servizi aggiuntivi già operativi, che non si sono ancora dotati di servizi on line». 

«D’altronde i nostri luoghi della cultura – accusa ancora Sgarlata – sono stati a lungo senza un servizio POS per il pagamento, con bancomat e carte di credito, dei biglietti di accesso prima che, durante il mio mandato di assessore, si lavorasse per introdurli superando le resistenze della tesoreria regionale». Quello dei ticket online è l’unico strafalcione così grossolano da parte dell’amministrazione regionale nella gestione dei beni culturali? «L’elenco sarebbe lungo – ammette ancora l’ex assessore – e più che proporre nuove riforme (l’ultima varata nel 2016 ha impallato definitivamente la gestione del nostro patrimonio culturale), credo che il prossimo governo regionale dovrà affrontare seriamente i problemi, mettendo innanzitutto ordine al caos normativo che si è generato nei governi Cuffaro, Lombardo e Crocetta. Accolgo positivamente la norma del Movimento 5 Stelle, inserita nella prossima Finanziaria, che prevede la stipula di convenzioni tra Dipartimento e società specializzate nei servizi online perché attiva un circolo virtuoso mirato a fare della competitività uno dei motori di vero cambiamento in Sicilia, allineandola agli standard europei».

Miriam Di Peri

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