Come ogni anno, anche nel 2016 il sindaco di Catania Enzo Bianco ha realizzato un ebook che dovrebbe raccogliere tutte le cose fatte dalla sua amministrazione. Adesso che siamo al terzo anno, siamo arrivati a 549, delle quali 222 sarebbero state realizzate tra agosto 2015 e giugno 2016. Che seguono alle 122 realizzate fino a luglio 2015 e pubblicate sul numero sperimentale del giornalino comunale (Catania comunica, rimasto un esperimento solitario). Prima ancora, c’erano stati i 124 obiettivi raggiunti dall’inizio della sindacatura. Di ebook in ebook, MeridioNews ha analizzato il bilancio proposto dalla giunta e raccolto in 85 pagine. Abbiamo scelto di non entrare nel merito delle cose effettivamente fatte – l’avere sostituito le lampadine di Palazzo degli elefanti o avere ripristinato i cavi di rame rubati a Librino, che avevano lasciato al buio il quartiere più popoloso della città -, e di concentrarci solo su quelle che rientrano in quattro macrocategorie: le cose non (ancora) fatte, le cose riciclate, le cose altrui e le cose disfatte. Il risultato sono state 82 voci espunte dall’elenco, che hanno portato il risultato complessivo a 140. Contro le 222 vantate dal primo cittadino.
Cose non ancora fatte: 6
Sono le promesse non ancora mantenute. Torna in ballo il progetto per la riqualificazione di corso dei Martiri. Di anno in anno arrivano un nuovo accordo, un’altra firma o un documento che prima non c’era. Ma di passi in avanti i cittadini ne vedono pochi. Poi ci sono i contributi per l’adeguamento sismico delle strutture private, che ancora non sono partiti; l’annuncio, che peraltro risale al 2015, di un ricovero per i senzatetto al villaggio Dusmet; il censimento degli stalli per gli ambulanti alla fiera di piazza Carlo Alberto e alla pescheria, che forse sarà finito entro gennaio e che dovrebbe portare al bando per l’assegnazione dei posti regolari, dopo un passaggio in giunta e un altro in consiglio comunale. In mezzo ci sono gli interventi per rendere più belle e sicure le zone tra il Porto e la Stazione. Infine, c’è Bellini in rete: il museo Belliniano dovrebbe diventare multimediale. Ma in molti si accontenterebbero che si potesse visitare per bene dal vivo.
Cose riciclate: 35
È il capitolo più corposo. Sono le cose già annunciate nell’ebook dell’anno scorso, o gli eventi che si ripetono ogni anno e che, per di più, non sono neanche merito del sindaco. Il successo della rassegna Etna comics o quello del Pop-up market, per dirne due. Poi ci sono anche l’apertura del municipio ai cittadini, di nuovo i caffè concerto, la riqualificazione di San Berillo con l’intitolazione della piazza a Goliarda Sapienza, la Fabbrica del decoro e l’accoglienza ai migranti. E ancora, la sistemazione degli argini del torrente Acquicella, l’ospitalità data a Frontex, il piano per la riduzione degli affitti passivi e i murales sui silos del porto. Ospiti speciali sono i centri diurni per anziani: di anno in anno c’è sempre un motivo per citarli. Stessa sorte tocca all’organizzazione della festa di Sant’Agata, alla presentazione degli eventi per l’estate catanese e all’adesione al Maggio dei libri.
Cose altrui: 28
Ci sono meriti di altri che il primo cittadino si attribuisce. Per esempio essere andato a guardare i marines di Sigonella e i ragazzi di un’associazione universitaria mentre loro ripulivano il lungomare coperto di rifiuti. Tra le spillette che si appunta sul petto il sindaco ci sono anche il fatto che secondo il portale eDreams c’è tanta gente che acquista biglietti aerei per Catania; le associazioni che aiutano i migranti nel momento dello sbarco al porto etneo; l’arresto di alcuni borseggiatori e di un parcheggiatore abusivo; l’inserimento del capoluogo etneo in un progetto dell’Enel per la sperimentazione della banda ultralarga. Enzo Bianco s’intesta inoltre una giornata in collaborazione coi Briganti rugby di Librino, che però subito dopo l’evento avevano precisato che non sapevano neanche della presenza di tutte le autorità, e la partecipazione di alcuni catanesi a un concorso bandito da Confcooperative. Oltre che i successi sportivi della schermitrice etnea Rossella Fiamingo, che entra nel novero delle cose fatte per via della Candelora d’oro che le è stata consegnata come premio da parte della città.
Cose disfatte: 13
Sono le cose che poi non sono andate come avrebbero dovuto. I lavoratori di Antenna Sicilia a cui il sindaco aveva portato la solidarietà poi non si sono salvati, e la ministra Maria Elena Boschi – arrivata a Catania per parlare della riforma costituzionale – ha subito una sonora bocciatura alle urne. Il logo di Catania, presentato con orgoglio, è stato smontato dagli esperti e preso in giro su scala nazionale. Il chiosco della musica della villa Bellini è stato sì ristrutturato e poi ancora e ancora vandalizzato, mentre la convenzione con la Curia, la Regione e l’università per la gestione dei beni culturali è finita in un flop perché Palazzo d’Orleans ha revocato i fondi con l’approvazione della finanziaria. Tra le cose disfatte entra, di diritto, anche l’infopoint turistico al porto di Catania: si trovava all’interno della struttura della Vecchia dogana e gli uffici della città metropolitana hanno chiesto e ottenuto lo scioglimento del contratto di affitto per via delle condizioni dell’edificio, trasformato in una discoteca.
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