Bianco, verifica delle «cose fatte» nel 2015 Tra promesse, ricicli creativi e meriti di altri

Comunicazione istituzionale o propaganda? Fa discutere Catania comunica, la rivista del Comune etneo realizzata da una ditta di Milano, la Lime edizioni srl, e che secondo il progetto verrà stampata ogni tre mesi in 55mila copie. Il numero zero è interamente dedicato al sindaco Enzo Bianco: 32 pagine, divise per sezioni, raccontano le 202 «cose fatte» dall’amministrazione in un anno. Traguardi, almeno secondo il Comune, da aggiungere ai 124 obiettivi già raccolti in un apposito ebook a un anno dall’inizio della sindacatura. Come già fatto in quell’occasione, la redazione di MeridioNews ha analizzato punto per punto il bilancio proposto dalla giunta. Senza soffermarci sul merito e sulla qualità delle «cose fatte» – tra cui si annoverano sponsorizzazioni di eventi, tavoli tematici e visite istituzionali -, abbiamo verificato la loro veridicità. Il risultato è di 127 cose fatte in un anno. Ecco quelle che figurano in Catania comunica anche se non dovrebbero, divise in quattro categorie.

Cose non (ancora) fatte: 24

Si tratta degli obiettivi della città e dell’amministrazione. In alcuni casi considerate già «cose fatte» – sebbene non siano ancora concrete -, in altri espressamente raccontate al futuro. Si va dal contratto per la raccolta differenziata da siglare nel 2016 ad alcuni opere pubbliche attese. Tra queste si ricordano il collegamento città-aeroporto e il miglioramento dello svincolo della tangenziale proprio verso Fontanarossa, la nuova pista per i velivoli, la realizzazione delle nuove stazioni della metropolitana, il nuovo volto di corso dei Martiri e l’ormai noto Pua alla Playa. Ci sono poi i finanziamenti che non si possono ancora considerare incassati: come quelli chiesti dalla città metropolitana «pur non essendo ufficialmente partita» o i «due milioni e mezzo dall’autorità per l’energia» non meglio identificati.

Cose riciclate: 22

Lo stesso tema diluito o ripetuto in più punti, iniziative del passato ridipinte di nuovo e colpi di fortuna. Rientrano nella categoria del riciclo le cinque diverse cose fatte che raccontano tutte le iniziative al castello Ursino; i due punti utilizzati per elencare gli spartitraffico posti nelle vie cittadine; e gli altrettanti obiettivi centrati con la stessa visita del gruppo speciale Nato a Catania. Ma anche i caffè concerto, le fiere periodiche – per Sant’Agata o durante la commemorazione dei defunti – e la donazione in beneficenza della marce sequestrata: tutte attività ed eventi che si tengono da anni, anche sotto le passate sindacature. Menzione speciale la merita il punto 223 di Catania Comunica, dedicato agli incentivi al turismo messi in campo dall’amministrazione: il clima, il sole e il calore della gente.

Cose altrui: 18

Già nelle «124 cose fatte» nel primo anno di sindacatura, il sindaco aveva commesso qualche scivolone nell’attribuzione di alcuni meriti. Stavolta si va da un concorso di riciclo vinto dai bambini delle scuole etnee alla malattia di Fabrizio Pulvirenti, medico etneo di Emergency che ha contratto l’ebola durante una missione umanitaria. Passando per alcune cose fatte dalla passata amministrazione Stancanelli: come la convenzione per l’affidamento ad alcune associazioni del parco Madre Teresa di Calcutta – oggi rinnovato dopo amministrazione Stancanelli -, oppure l’accantonamento di una somma per affidare dei servizi a cooperative di tipo B – un piano studiato e mandato avanti dall’ex assessore al Welfare Fiorentino Trojano. Stavolta meritano di essere ricordati due punti in particolare. Ed entrambi non riguardano Catania. Numero 166: l’iscrizione del percorso arabo-normanno di Palermo nella lista Unesco dei beni patrimonio dell’umanità. E numero 225: la vendita dei biglietti per l’Expo di Milano all’aeroporto di Catania.

Cose disfatte: 11

C’è poi la categoria delle cose fatte ma già scomparse al tempo del loro ingresso nell’elenco degli obiettivi raggiunti dal primo cittadino. È il caso dei giochi a Librino posti dopo l’intervento di riqualificazione firmato da Renzo Piano. O la raccolta differenziata alla fera o luni, di cui esiste l’ordinanza ma che, nella pratica, gli operatori raccontano essere stata effettuata solo i primi giorni dopo il lancio. C’è il mercatino di via Anfuso che nessuno – compresi i residenti – ricorda. E ancora il Pedibus, iniziativa nei fatti mai partita e trasformata – nel migliore dei casi – in un servizio di vigilanza da parte degli anziani davanti alle scuole. Conclude l’elenco la cosa fatta numero 325: un’applicazione per smartphone contro la violenza sulle donne che però rende inutilizzabile il telefono su cui viene installata. Almeno a luglio, quando è stata presentata. Adesso nessun redattore ha avuto il coraggio di riprovare.

Cassandra Di Giacomo

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