Piccolo importante passo avanti verso l’avvio dei lavori di messa in sicurezza di monte Calvario a Biancavilla. Per bonificare il sito, che rappresenta la principale minaccia per la salute legata alla fluoroedenite – minerale di origine vulcanica con cui praticamente è stato costruito l’intero paese e che però causa gravi malattie all’apparato respiratorio -, ci sono sul piatto 17 milioni messi a disposizione dallo Stato che a inizio Duemila ha riconosciuto tutto il territorio di Biancavilla sito di interesse nazionale. L’intricata gara d’appalto, che negli ultimi nove mesi si è sviluppata tra gli uffici dell’Urega e le aule della giustizia amministrativa, ieri ha registrato la proposta di aggiudicazione da parte della commissione valutatrice. «L’importanza di questo intervento è nota a tutti e per tanto tempo abbiamo atteso questo finanziamento. L’auspicio è che la bonifica possa partire al più presto», commenta il sindaco Antonio Bonanno a MeridioNews.
A lungo termine il progetto prevede di fare di monte Calvario un parco fruibile dalla popolazione, ma ciò che più di ogni altra cosa conta è azzerare la minaccia di dispersione delle pericolose fibre di fluoroedenite. «Sarà il secondo passo verso la bonifica del territorio, dopo gli interventi negli edifici pubblici», continua il primo cittadino. Il terzo, per cui bisognerà trovare il modo di recuperare più del quintuplo delle risorse attualmente a disposizione, riguarderà l’edilizia privata. Una stima di massima, infatti, si aggira intorno ai cento milioni di euro.
Nell’immediato, invece, a intervenire su monte Calvario dovrebbe essere l’impresa Jonica 2001 di Giarre, che ha ottenuto un punteggio tecnico di 89,278 e presentato un ribasso del 19,26 per cento. Il condizionale, tuttavia, è d’obbligo: la ditta, che al momento di partecipare ha deciso di avvalersi del contributo del consorzio stabile campano Research, era stata in un primo tempo esclusa dalla commissione per problemi legati all’iscrizione all’albo nazionale dei gestori ambientali. Una decisione confermata dal Tar, a cui l’imprenditore Filippo Calvagno si era rivolto, ma poi rimessa in discussione dal Cga che ha accolto la richiesta dell’impresa rinviando però nel merito la trattazione. A menzionare il ricorso ancora pendente davanti al Consiglio di giustizia amministrativa è stato il raggruppamento d’imprese arrivato secondo in graduatoria, formato da TB Teseco Bonifiche, Fratelli Gentile e Rem. Quest’ultima è la società riconducibile a Emanuele Caruso, l’imprenditore arrestato con la compagna a Bellolampo la scorsa estate nonché la ditta che ha ottenuto una controversa autorizzazione per la costruzione di un mega-impianto di compostaggio in contrada Milisinni, a Catania.
«Sappiamo che il Cga esaminerà il ricorso in primavera, ma nell’attesa l’iter andrà avanti – commenta il sindaco Bonanno -. Questo significa che adesso bisognerà attendere l’aggiudicazione prima provvisoria e poi definitiva. Poi si firmerà il contratto e a quel punto potranno partire i lavori». E se i giudici dovessero tornare a escludere la Jonica 2001? «Si scorrerà la graduatoria – prosegue il primo cittadino, che ieri ha ricevuto l’ordinanza di Musumeci che prevede la chiusura delle scuole per tre giorni dopo i casi positivi trovati in seguito a uno screening – D’altra parte al momento non possiamo neanche escludere che ci siano ricorsi sui punteggi assegnati dalla commissione di gara. Fortunatamente però con il decreto Sblocca cantieri si sono velocizzate alcune tempistiche, quindi – conclude Bonanno – conto e spero che in estate la bonifica possa partire».
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