Decine di cartelle cliniche appartenenti a pazienti ricoverati all’ospedale Maria Santissima Addolorata di Biancavilla e poi morti successivamente, a quanto pare all’interno di un’ambulanza privata, che li trasportava fino a casa. I carabinieri della compagnia di Paternò le stanno sequestrando in queste ore, nell’ambito delle indagini che avrebbe aperto la procura di Catania. Un fascicolo contro ignoti sulle morti sospette, che sarebbe stato avviato a seguito di un servizio de Le iene andato in onda su Italia 1 lo scorso 21 maggio.
Durante il servizio, l’inviata Roberta Rei parlava di una non meglio precisata località, che sarebbe proprio Biancavilla, e intervistava testimoni e portantini di una non meglio precisata associazione di trasporto in ambulanza. Persone che raccontavano dell’uccisione di diversi pazienti in agonia, dimessi dall’ospedale. Moribondi che sarebbero stati eliminati attraverso una iniezione di aria nelle vene durante il tragitto verso casa. Ma perché, se la vicenda fosse confermata, i barellieri si sarebbero comportati in questo modo? Probabilmente perché avrebbero ottenuto un guadagno maggiore – si parla di una cifra che oscilla intorno ai 300 euro – se avessero proposto i funerali a una specifica agenzia funebre.
Secondo il servizio de Le iene, questa pratica che sarebbe avvenuta all’interno delle ambulanze – definite «della morte» – sarebbe partita nel lontano 2012. Sulla vicenda i militari dell’Arma mantengono il massimo riserbo. «Per tutta la giornata di ieri, otto militari del nucleo operativo di Paternò hanno acquisito documenti e tabulati su diverse cartelle cliniche – conferma Pippo Spampinato, direttore del distretto Ct2 dell’Asp – Posso dire solo questo, non posso aggiungere altro».
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