Biancavilla, i Ris tornano nella villa dell’omicidio L’autopsia conferma colpi di ceppo a testa e viso

Alfio Longo – il 67enne elettricista in pensione ucciso dalla moglie Enza Ingrassia nella loro villetta di contrada Crocifisso, a Biancavilla – sarebbe morto per la grave emorragia alla testa provocata dai colpi di ceppo di vite che gli sono stati inferti. Lo stesso pezzo di legno da camino con il quale lui, qualche ora prima di essere assassinato, avrebbe picchiato la compagna agli arti inferiori. Dall’autopsia sarebbe emerso che la casalinga avrebbe colpito il marito per tre volte: due colpi alla testa e uno al viso, all’altezza del mento.

Si attendono ancora i risultati degli esami tossicologici. Per comprendere se l’uomo, convinto dalla moglie, abbia preso dei sedativi: la donna nel corso dell’interrogatorio aveva affermato di aver dato al marito, su specifica richiesta dell’uomo, una pasticca di sonnifero perché lui era insonne. Gli esami tossicologici dovranno fare chiarezza sulla quantità di sedativo l’uomo avesse nel corpo: una presenza esagerata di sonnifero potrebbe essere rilevante per stabilire la premeditazione o meno del delitto. 

All’inizio della prossima settimana gli uomini dei Ris di Messina faranno ritorno nella villetta. Obiettivo è quello di trovare, attraverso il luminol, l’esistenza di possibili tracce invisibili di sangue. Enza Ingrassia, comunque, si trova rinchiusa nel carcere di piazza Lanza, ma il tribunale del Riesame ha fissato giovedì prossimo l’udienza per decidere sull’istanza di scarcerazione presentata dal legale di lei, Luigi Cuscunà. L’avvocato chiede per la sua assistita gli arresti domiciliari, magari all’interno di una struttura protetta.

Tuttavia proseguono le indagini dei carabinieri per fare chiarezza sulla presenza in casa Longo di armi e droga. I militari stanno scavando nella vita dell’uomo. Per capire se lui avesse contatti con ambienti criminali e se per conto dei quali svolgesse, proprio perché perfetto insospettabile, attività di supporto. Come l’occultamento di armi e la coltivazione di marijuana. Passati a setaccio anche i movimenti bancari della famiglia. I militari dell’Arma stanno valutando le disponibilità economiche dei coniugi. In casa sono stati trovati quasi circa 10mila euro in contanti. Verifiche anche su una somma, oltre 50mila euro, che in parte potrebbero essere il ricavato della vendita dell’abitazione in paese, affidata a un promotore finanziario di Biancavilla.

Salvatore Caruso

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