Ogni promessa è debito. E per i beni confiscati alla mafia da destinare ai senza fissa dimora da parte del Comune di Catania restano, almeno per il momento, sia la prima che il secondo. «Sicuramente contiamo di fare entrare i senzatetto prima che inizi il freddo, presumibilmente entro il mese di ottobre». Erano le parole dell’assessore ai Servizi sociali Giuseppe Lombardo dette a MeridioNews lo scorso agosto, in occasione del primo mese dalla pubblicazione della discussa ordinanza antibivacco, poi rimasta inapplicata nonostante il suo rinnovo. Da quell’ottobre sono passati sei mesi, la primavera ha preso il posto dell’inverno ma i clochard etnei sono ancora letteralmente in mezzo a una strada.
Le case, tutte grandi dai due ai quattro vani e fino a
cento metri quadrati di estensione, si trovano tra San Cristoforo, piazza Indipendenza, Vaccarizzo e il centro storico. «In condizioni di piena fruibilità fin da subito». Almeno così era stato detto, a metà dello scorso mese di luglio, quando era nata l’idea di destinarle all’ospitalità di una quarantina di persone, la quasi totalità di quelle che dormono in vari punti della città. «La fase di ristrutturazione – afferma ora a MeridioNews l’assessore ai Servizi sociali Giuseppe Lombardo – compete al settore delle manutenzioni. Io ho già fatto l’avviso per la gestione da parte delle associazioni e ho sollecitato affinché si completi tutto ciò che è necessario per rendere questi edifici vivibili». Dagli uffici tecnici, però, fanno sapere che «le ristrutturazioni sono state tutte completate già da un paio di mesi almeno».
L’
impianto elettrico e quello idrico sono messi a norma, gli infissi sono stati sostituiti, i servizi igienici sono stati sistemati ed è anche stata data una rinfrescata alle pareti. Ma, allora, dov’è che tutto si blocca? «L’unico ostacolo rimasto è che deve ancora essere stipulato il contratto della luce e – riferiscono dall’ufficio tecnico – pare che ci siano stati problemi con l’Enel, forse dovuti a precedenti morosità da parte del Comune». insomma i lavori si sono bloccati perché resta da fare una voltura. «Fatto questo – assicura l’assessore che non dà certezze sulla tempistica – dovrebbe essere tutto pronto».
Il primo passo, per rendere gli appartamenti strappati alla criminalità organizzata una parziale soluzione all’
emergenza abitativa, era stato compiuto lo scorso 31 maggio dall’ex amministrazione di Enzo Bianco. Gli immobili, affidati alla direzione Politiche sociali, sarebbero dovuti andare al «ricovero temporaneo dei nuclei familiari in atto ricoverati in strutture ricettive». Vale a dire a persone rimaste senza abitazione e ospitate, a spese di Palazzo degli elefanti, in bed and breakfast del territorio come i residenti del palazzo esploso in via Crispi.
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