Anche i numeri hanno un’anima. E i numeri dicono che, in questo momento, il Palermo in vetta al campionato di B è la squadra che manda in rete il maggior numero di giocatori (dodici) e con un reparto difensivo particolarmente ispirato in zona gol. Sono sette, compresi gli acuti degli esterni Salvi e Mazzotta, le reti siglate finora in questo torneo cadetto dai difensori. Una di queste, nel match casalingo contro il Perugia dello scorso 22 settembre, porta la firma di Bellusci. Uno che non ha grande confidenza con il gol come dimostra il fatto che prima della marcatura contro gli umbri non segnava da due anni e come ha ammesso lo stesso ventinovenne difensore calabrese nel corso della conferenza stampa odierna al Tenente Onorato: «Non sono mai stato un difensore goleador e lo testimonia lo score della mia carriera. Il mio obiettivo principale, tuttavia, è un altro ed è quello di aiutare la squadra a tenere la porta inviolata e a subire il minor numero possibile di reti. Palermo cooperativa del gol? Dipende dal fatto che tutti facciamo i movimenti giusti, anche sulle palle inattive, e pure gli attaccanti creano spazi per gli inserimenti di centrocampisti ed esterni. C’è un lavoro mirato alla base dei diversi gol dei difensori – ha aggiunto – sfruttiamo l’abilità dei nostri battitori come Trajkovski e Falletti che hanno un calcio meraviglioso e rispettando le nostre mansioni possiamo creare dei grattacapi alle squadre avversarie».
Il numero 2 rosanero, uno dei rappresentanti della ‘vecchia guardia’ di cui fa parte ad esempio anche Rajkovic («È un grande professionista e merita tanto dopo una carriera frenata da alcuni infortuni pesanti» – ha detto l’ex Empoli a proposito del serbo protagonista assieme a Pomini e Rispoli questo pomeriggio di una sessione autografi con i tifosi allo Store Ufficiale di via Maqueda), sa che il primato solitario della compagine di Stellone non è casuale e, nello stesso tempo, è consapevole del fatto che rispetto alla passata stagione la squadra quest’anno dà maggiori garanzie in termini di continuità e affidabilità.
«Il segreto di questo nostro periodo brillante è la voglia di rivalsa presente dentro ognuno di noi. Sono determinanti, inoltre, la dedizione e la professionalità dello staff tecnico e l’impegno che mettiamo in campo noi giocatori. Poche volte, in passato, ho notato questa ‘cattiveria’ nel lavoro quotidiano e questa voglia di dare qualcosa in più per il compagno e per la squadra in generale. Anche nella scorsa stagione, nella quale tutti abbiamo commesso degli errori, ad un certo punto siamo rimasti in testa alla classifica ma in quella circostanza non siamo riusciti ad alzare l’asticella come invece stiamo facendo adesso. Siamo coesi e compatti, sappiamo soffrire e questo aiuta a spostare l’inerzia delle partite dalla propria parte. Quando semini bene poi raccogli. Speriamo di continuare a seminare e di fare il raccolto più bello alla fine della stagione».
E nell’ambito di questa prima fase della stagione dedicata ancora alla semina, la gara con il Livorno in programma sabato al Barbera rappresenta uno step importante: «È una partita certamente pericolosa contro una squadra che, rispetto a noi, ha poco da perdere e che ha ritrovato un po’ di entusiasmo in virtù del successo per 3-1 contro un Foggia che a me personalmente ha fatto un’ottima impressione quando lo abbiamo affrontato. È una gara che dovremo prendere con le molle e preparare con grande attenzione come stiamo facendo in questi giorni. Non possiamo rischiare di perdere gran parte del campionato che stiamo facendo per una partita sola ma il mister già ci ha avvisato in merito alle insidie del match».
Dopo lo stop in occasione della sfida con il Padova nella quale è rimasta in panchina, per Bellusci sta per scattare di nuovo il semaforo verde: «Purtroppo la scorsa settimana ho saltato qualche allenamento a causa di un fastidio muscolare avvertito nella gara precedente ma adesso sono di nuovo a pieno regime e sono a disposizione». La sua presenza nell’undici titolare, tuttavia, è ancora da valutare. Tra le certezze, invece, c’è il fatto che la squadra continuerà a concentrarsi solo sul campo senza farsi condizionare da interferenze esterne: «Il mio punto di vista sul cambio di proprietà? Ognuno ha le sue idee. Noi, però, non ne abbiamo parlato perché abbiamo cercato di isolarci pensando solo a fare il massimo in allenamento e a dare tutto per vincere le partite. Giudicare, in ogni caso, è sbagliato e lo è ancora di più in questa circostanza con un margine temporale ridotto per potere esprimere delle valutazioni».
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