Bellolampo, il M5s denuncia silenzio sulla nuova vasca Marino: «A lavoro per alternativa, ma Regione ci aiuti»

«La VI vasca si esaurirà entro il primo trimestre 2018, mentre per la nuova serviranno 18 mesi per un costo di circa 30 milioni di euro, ma non è chiaro dove il Comune reperirà le risorse. Nel frattempo, rischia di restare un anno senza discarica e si dovranno trasferire i rifiuti nelle altre province con ulteriori costi fra trasporto e smaltimento che potrebbero arrivare fino a 20 milioni di euro per dodici mesi. Urgono soluzioni immediate ma il Comune tace». Ad accendere i riflettori sulla discarica di Bellolampo, la cui vasca attualmente utilizzata è prossima alla saturazione, sono i consiglieri del M5s a Sala delle Lapidi che da tempo chiedono risposte non solo sull’esecuzione dei lavori, ma anche sulle risorse necessarie per la loro realizzazione. Il rischio è che nell’intervallo di tempo compreso tra la morte della vasca attualmente in uso per il conferimento dell’indifferenziata e la realizzazione di quella futura, i rifiuti debbano essere trasferiti in altre province.

«Una decina di giorni fa siamo stati a Bellolampo – rivela il consigliere del M5s Tony Randazzo – i dirigenti ci hanno assicurato che entro il mese di marzo del prossimo anno, la vasca sarà satura. E poi cosa accadrà? Il Comune è colpevole di un silenzio preoccupante, sembra brancolare nel buio e disinteressarsi quasi a questa vicenda che può diventare economicamente devastante e drammatica per la Rap che non è in grado di fare fronte a questo aggravio di costi». Il progetto della VII vasca, infatti, potrebbe partire non prima del prossimo anno, probabilmente proprio nel mese di marzo, e il tempo stimato si aggira tra i 12 e i 18 mesi. Nel frattempo, rimane da chiarire come si procederà per lo smaltimento ordinario. Secondo le previsioni del M5s, infatti, la partecipata del Comune non potendo sostenere i costi per il trasferimento e lo smaltimento – stimato in circa 20 milioni – sarebbe destinata al fallimento.

«Noi ci auguriamo di potere discutere di questo già nel prossimo bilancio di previsione ed entro la fine 2017 – prosegue Randazzo – ma vorrei sottolineare che, se non si potenzia la differenziata, pur realizzando la VII vasca, il problema sarebbe soltanto posticipato. Il nuovo bacino ha una capienza di 960mila metri cubi e, mantenendo questi ingressi, sarebbe satura nel giro di tre anni. La raccolta differenziata è ferma ancora al 15 per cento. Per questo chiediamo l’immediata realizzazione di centri comunali di raccolta e isole ecologiche e incentivi per i cittadini che conferiranno in questi punti, e di accelerare finalmente su Palermo Differenzia 2 oggi ancora fermo al primo step».

A fare il punto sullo stato di avanzamento dei lavori della discarica, è l’assessore Sergio Marino che, anche durante la precedente amministrazione, ha seguito molto da vicino l’iter nei mesi passati: «Riguardo il progetto del VII vasca, al momento l’assessorato regionale ha rilasciato l’autorizzazione per l’impatto ambientale. Adesso aspettiamo che venga convocata la conferenza di servizi per l’approvazione definitiva, e spero sia in tempi brevi. Poi si procederà con il progetto esecutivo e la gara». Per  quanto riguarda il reperimento delle risorse economiche ammette, tuttavia, che si tratta di «un percorso ancora non definito. Se la Regione non ci sosterrà finanziariamente, tra le ipotesi c’è quella di ricorrere a un finanziamento». 

Sembra scongiurare in ogni modo, invece il pericolo di emergenze ambientali  per via di eventuali ritardi nella realizzazione della nuova vasca ed ulteriori costi dovuti al trasferimento di rifiuti in altre province: «Ci stiamo attrezzando per trovare un’alternativa – rassicura – Chiederemo con forza alla Regione di aiutarci, anche perché se siamo in questa situazione lo si deve a un’ordinanza del governo Crocetta che ha aperto i cancelli di Bellolampo a decine di comuni. Siccome è stato chiesto un sacrificio a Palermo – puntualizza -, adesso ci aspettiamo che la Regione faccia lo stesso per la città». 

Un’altra nota dolente, riguarda la mancata nomina del collegio del cda della Rap: un punto sul quale il M5s ha chiesto più volte chiarezza sui motivi del ritardo che «crea difficoltà sia all’assessore che ha dichiarato di non aver interlocutori, sia ai dirigenti Rap. Nomine che devono essere trovate adesso – aggiunge Randazzo -, perché siamo ostaggio di equilibri politici legati alle elezioni regionali». Non si sottrae a questo domanda il sindaco di Palermo Leoluca Orlando: «La nomina del Cda non è congelata, ma per poter procedere occorre che il Consiglio comunale adotti una delibera di razionalizzazione delle partecipate, che è all’esame del Consiglio comunale». E, infine, promette che la nomina arriverà prima del 5 novembre: «Appena sono in condizioni di nominare lo farò – conclude – la Rap non può aspettare».

Antonio Mercurio

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