La decisione della procura etnea era attesa dallo scorso maggio. E adesso gli uffici giudiziari di Catania hanno deciso di chiedere il rinvio a giudizio per gli 80 dipendenti del teatro massimo Bellini accusati di truffa. Sulla decisione dei sostituti procuratori Alessandro La Rosa e Tiziana Laudani si attende adesso il parere del giudice per le indagini preliminari. A costituire la base del corposo faldone dei magistrati etnei sono i video delle telecamere nascosta della guardia di Finanza di Catania che hanno ripreso dipendenti e stagionali del teatro assentarsi durante le ore di lavoro. Per poi farsi conteggiare persino gli straordinari, spiega la procura.
Dal 2007 al 2009 sono diverse le irregolarità riscontrate dai magistrati nel conteggio degli straordinari. C’è chi avrebbe ricevuto il pagamento mentre era in ospedale. Chi era in ferie ma risultava in turno straordinario. E persino chi, mentre avrebbe dovuto essere a lavoro, è stato fermato dalla polizia stradale per un controllo. Nel 2011 la guardia di Finanza ha accertato anche un uso disinvolto dei badge che segnano l’ingresso e l’uscita dei dipendenti dall’ente.
Solo una parte di una indagine più ampia sul primo teatro cittadino, che però è anche l’unica ad essere rimasta in piedi. Le altre accuse – dalle assunzioni di artisti esterni ai gettoni di presenza – sono già state archiviate quasi un anno fa. Alcune perché rivelatesi false e altre perché ritenute non penalmente rilevanti dagli stessi magistrati che hanno indagato sul caso.
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