Le parole di Franco Battiato, assessore regionale al Turismo in Sicilia, hanno provocato uno shock nel mondo della politica tradizionale, evidentemente, poco abituato ad un linguaggio diretto ed essenziale.
Il musicista catanese, come vi abbiamo raccontato qui, trovandosi dinnanzi un comparto completamente allo sfacelo, nonostante il fiume di risorse degli ultimi decenni, ha tratto le sue conclusioni. Poco reverenziali e per nulla sensibili al linguaggio politichese e burocratese.
In buona sostanza,con quel “non c’è un euro, hanno rubato tutto”, ha detto quello che pensa la stragrande maggioranza dei siciliani. Ovvero: se i soldi fossero stati usati per la crescita del settore turistico siciliano, qualche risultato si vedrebbe. Assodato che non è così, allora significa che saranno stati usati per altri fini. Se non è rubare, ci somiglia…
Il mare magnum della politica siciliana, però, si è agitato. Tra loro vige una regola diversa. E qual è questa regola? Quella secondo cui, visto che le cose sono sempre andate così, non c’è niente di strano. Che è normale usare i soldi pubblici per fare clientelismo. E che visto che è normale, non è un reato. Se pure si pensasse che, in fondo, anche queste sono ‘ruberie’ non si potrebbe dire mai in pubblico. Non è elegante.
Tra tutte le reazioni, la più furente è stata quella di Daniele Tranchida, predecessore di Battiato alla guida dell’assessorato regionale al Turismo (che pure, in conferenza stampa, non è stato nominato). Ci tiene a sottolineare che lui non ha rubato. Cioè, non si è messo in tasca, letteralmente i soldi pubblici. Anzi sostiene pure di averli usati bene.
Non si sofferma, nella sua lunga nota, a spiegare quale bravura lo abbia spinto ad usare i fondi del Po-Fers (Programma europeo destinato a tutt’altro, tipo infrastrutture) per finanziare quella accozzaglia di feste e festini che va sotto il nome di Circuito del Mito. Non a caso l’Unione Europea minaccia di non coprire la spesa di 20 milioni di euro.
Comunque, ‘vista la gravità delle sue dichiarazioni’ ‘troppo pesanti’ ecc…- tuonano i politicanti siciliani- Battiato dovrebbe riferire in Aula o in Procura.
In Aula, sarebbe una perdita tempo (e uno sciupio di cravatte…). Tutti (o quasi) i deputati sanno bene di cosa parla l’assessore, anche se lo chiamano in maniera diversa.
In Procura? Secondo i bookmakers di carte da portare in Procura non ne mancherebbero… Ci dispiacerebbe però vedere Battiato impegnato in tribunale piuttosto che con il turismo siciliano.
Sulle dichiarazioni dell’assessore al Turismo interviene anche Francesco Forgione, candidato al SEnato in Sicilia nelle file di Sel. Dopo le dichiarazioni dell’assessore Franco Battiato, niente può rimanere come prima – dice Forgione -. Il Governo regionale deve fare piena luce su quanto è avvenuto in questi anni, su come milioni di euro destinati allo sviluppo turistico sono stati bruciati in feste e sagre paesane. E, soprattutto, ora bisogna aprire una vertenza col governo nazionale perché lo sviluppo del turismo in Sicilia, col suo patrimonio storico e culturale, è un problema dell’Italia intera”.
“Lo dovrà affrontare il futuro governo nazionale – aggiunge Forgione – ma la Regione non può limitarsi alla legittima denuncia senza la definizione di un piano di intervento e di razionalizzazione delle risorse. (A.S.)
Turismo, con Battiato si cambia musica: Hanno rubato tutto
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Circuito del Mito, come dilapidare i fondi europei
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