Bastione degli Infetti, 333mila euro per il parchetto Tra alberi per «nascondere» case, abusivi e reperti

Un’area giochi al Bastione degli Infetti. Anzi, due. Spazi piccoli, con giochi amovibili per i bambini, inseriti nel progetto di riqualificazione dell’area verde dell’antica cinta muraria cittadina. «Un modo per restituire quella parte di Catania a tutta la cittadinanza, in un quartiere in cui i ragazzi giocano in strada e invece così avrebbero un nuovo posto dove andare», spiega Lara Riguccio, dirigente comunale e responsabile unica del procedimento. «Il Bastione degli Infetti è un bene archeologico e monumentale, un’idea simile non ha niente a che vedere con quello che quel posto dovrebbe essere», replica Salvatore Castro, animatore del comitato popolare Antico corso. È anche grazie a lui e agli altri residenti della zona, del resto, che il finanziamento da 333mila euro è arrivato in via Torre del Vescovo, a una traversa di distanza da via Plebiscito e dalle trattorie di carne di cavallo.

A dicembre 2016 il sindaco Enzo Bianco firma un avviso pubblico sulla democrazia partecipata. Uno strumento tramite il quale il due per cento dei trasferimenti della Regione Siciliana al Comune di Catania può essere destinato ad «azioni di interesse comune» scelte d’accordo con la cittadinanza. Il primo cittadino selezionava sei interventi possibili e invitava i catanesi a mandare una email con la propria preferenza. Secondo le voci che circolavano già un paio di settimane dopo il lancio del progetto, il Bastione degli Infetti stravinceva. Del resto, ormai da anni era al centro dell’interesse dei cittadini, proprio grazie al lavoro del comitato popolare Antico corso. Che ha ottenuto il piazzamento del bene catanese nella classifica dei Luoghi del cuore del Fai (Fondo ambiente italiano).

Le fortificazioni di Carlo V, però, non sono uno spazio comunale. Sono, in realtà, parte del patrimonio di una delle tante Ipab (Istituti pubblici di assistenza e beneficenza) che hanno accumulato, negli anni della loro storia, i lasciti di parecchi siciliani. «In tutti questi anni, noi del comitato ci siamo occupati di studiare la storia del Bastione, di farla conoscere alla città e di aprire la struttura ai cittadini». Pulendolo, curandolo e organizzando visite guidate. Così, quando il monumento è stato inserito nell’elenco pubblicato da Bianco hanno lanciato la campagna che invitava i catanesi a votarlo. «Ci sembrava naturale che il nostro contributo potesse essere utile – continua Castro – Non abbiamo chiesto che ci venisse assegnato. Se e quando si farà un bando pubblico parteciperemo come potrebbe fare chiunque. Noi semplicemente pensavamo che anni di studio e conoscenze potessero essere messe al servizio di tutti».

«Il comitato popolare è stato coinvolto quando si è arrivati al momento di portare avanti il progetto – continua la dirigente comunale Riguccio – Si farà una nuova illuminazione per valorizzare l’elemento architettonico murario, il suolo sarà trattato con il ghiaietto, saranno piantati alberi di arancio amaro, piccoli arbusti e saranno installate alcune panche. Oltre che i due piccoli spazi con dei giochi per i bambini». Per fare tutto questo, la Cgs costruzione srl di Mussomeli (in provincia di Caltanissetta) – che ad aprile si è aggiudicata definitivamente l’esecuzione dei lavori con un ribasso di poco superiore al 21 per cento – riceverà quasi 245mila euro (Iva inclusa). Parte dei soldi che rimangono, andranno a comporre il compenso del gruppo di esperti di Palazzo degli elefanti che dovrà seguire da vicino il percorso. Il progetto, del resto, anche la messa in sicurezza dei muri, «ma per noi questo è solo un punto di partenza – continua Riguccio – L’idea è quella di fare molto di più».

Intanto, però, quello che si può include anche la sistemazione di alcuni alberi a mo’ di quinte «per nascondere abitazioni non proprio belle a vedersi», prosegue la responsabile. Senza contare le case fatiscenti che si intravedono oltre la palizzata del Bastione e in cui più di una volta è stata denunciata la presenza abusiva di cavalli tenuti all’interno di baracche di lamiera. La soprintendenza ai Beni culturali, nel frattempo, ha espresso il suo parere sulla proposta dell’amministrazione. Sia dal punto di vista architettonico, sia dal punto di vista archeologico. Due diversi esperti, dando il loro benestare, hanno suggerito qualche modifica agli uffici del Comune. «Abbiamo chiesto di spostare alcuni alberi e di ridurne le dimensioni – interviene l’architetto Nicola Francesco Neri – Ci sono elementi del Bastione che devono essere recuperati e poi bisogna fare attenzione al tipo di pianta che si decide di installare, perché non si può rischiare che le radici vadano troppo in profondità». 

«Tutta la città di Catania è una città romana e prima ancora greca. Ovunque c’è la possibilità che ci siano dei reperti che ancora non sono venuti alla luce. Al Bastione non ci sono stati scavi recenti, nel Settecento sono stati fatti degli studi e sono stati ritrovati reperti – spiega l’archeologa della Soprintendenza Laura Maniscalco – Noi abbiamo preso delle precauzioni in tal senso, abbiamo dato delle indicazioni al Comune e verificheremo che le nostre indicazioni vengano rispettate». I lavori sono iniziati e a tagliare il nastro è stato proprio il sindaco Enzo Bianco, lo scorso 20 maggio. Quando sono stati scoperti anche i cartelli informativi donati dal club service Kiwanis, coi testi a cura dell’Ibam Cnr di Catania. «Il cuore della riqualificazione che abbiamo portato avanti – conclude Salvatore Castro – era l’apertura degli spazi, il fatto che fossero liberi per così come erano stati immaginati. Un parchetto coi giochi cosa c’entra in un bene archeologico? Perché non si è pensato di usare questi soldi per mettere le basi per un recupero culturale reale del Bastione degli Infetti? Se di democrazia partecipata doveva trattarsi, forse proprio sulla partecipazione dei cittadini si poteva lavorare di più».

Luisa Santangelo

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